1064. MonitoraPA ha mandato una PEC a 8254 scuole. Quali le domande e cosa rispondere con 42LF.it

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 20.09.2022

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In questa Puntata

Otto mila scuole italiane hanno ricevuto richieste di accesso agli atti riguardanti l'uso di servizi digitali, sollevando questioni su privacy e sicurezza. Le richieste, avanzate da un gruppo di civic hacker, mirano a ottenere documenti come valutazioni di impatto e contratti, mettendo alla prova la trasparenza e la preparazione delle istituzioni scolastiche. Le scuole devono rispondere entro 30 giorni, affrontando possibili difficoltà nel fornire documentazione adeguata.
Recentemente, 8.254 istituti scolastici italiani hanno ricevuto richieste di accesso agli atti, note come FOIA (Freedom of Information Act), da parte del gruppo civic hacker Monitor APPA. Queste richieste riguardano principalmente l'uso di servizi digitali come Google Analytics, videoconferenze, posta elettronica e registro elettronico, sollevando questioni di trasferimento dati all'estero e valutazioni di impatto sulla sicurezza.

Per capire meglio la situazione, ho invitato Antonio Perrini, avvocato penalista e senior associate di 42 Law Firm, per discutere il significato e le implicazioni di queste richieste. Abbiamo esaminato il concetto di FOIA, un istituto che consente ai cittadini di richiedere accesso a dati e documenti detenuti dalla pubblica amministrazione. Questo strumento è stato recepito in Italia nel 2016 e amplia la platea di soggetti che possono richiederlo, non necessitando di un interesse specifico.

Le scuole sono obbligate a rispondere entro 30 giorni e devono fornire riscontri argomentati, specialmente in caso di diniego. Nel caso in cui l'informazione richiesta possa danneggiare terzi, l'amministrazione deve interpellare i controinteressati, sospendendo temporaneamente il termine per la risposta. Se la scuola non risponde, Monitor APPA può chiedere un riesame al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza o rivolgersi al TAR per un ricorso.

Le richieste specifiche includono documenti come contratti di utilizzo dei servizi digitali, valutazioni di impatto (DPIA) e valutazioni di impatto sul trasferimento dati all'estero (TIA). Le scuole devono dimostrare di aver minimizzato i dati trattati e di aver effettuato valutazioni comparative per scegliere le piattaforme utilizzate. Tuttavia, la complessità e la novità di queste richieste pongono sfide significative, soprattutto per gli istituti meno attrezzati.

🎙️ Ospite: Antonio Perrini, avvocato penalista, senior associate di 42 Law Firm, esperto in diritto digitale e protezione dei dati.