Mi trovo a Cagliari per una talk al job day e colgo l'occasione per discutere del nuovo spot di Netflix che ha fatto molto discutere online. La campagna, caratterizzata da messaggi provocatori come "siete insetti" e "siete in trappola" su tabelloni fittizi, ha suscitato reazioni di allarme, specialmente in un periodo di tensioni come quello recente con falsi allarmi bomba.
La tecnica utilizzata è quella del guerrilla marketing, che ha indubbiamente catturato l'attenzione di molti, dimostrando l'efficacia della campagna in termini di visibilità e discussione. Tuttavia, il punto critico che sollevo riguarda la coerenza valoriale di Netflix. L'azienda si presenta come un paladino di valori inclusivi e condivisi, cercando di posizionarsi come una forza positiva nel panorama mediatico. Tuttavia, questo tipo di comunicazione può risultare dissonante rispetto a tali valori, soprattutto considerando le possibili reazioni di un pubblico già stressato o distratto.
Il messaggio che voglio trasmettere è che è fondamentale per un'azienda decidere come vuole essere percepita. Se si sceglie di adottare una comunicazione aggressiva e fuori dagli schemi, va bene, ma bisogna essere coerenti e non cercare di rivestire anche il ruolo di promotore di valori etici e inclusivi quando fa comodo. La coerenza tra i messaggi pubblicitari e i valori dichiarati è essenziale per mantenere credibilità e fiducia con il pubblico.
In questa Puntata
La recente campagna pubblicitaria di Netflix ha suscitato reazioni contrastanti, sollevando interrogativi sull'eticità della comunicazione adottata. Mentre la strategia di guerrilla marketing ha ottenuto un'ampia visibilità, emergono dubbi sulla coerenza con i valori di inclusività e responsabilità sociale che l'azienda dichiara di sostenere.