Siete insetti e siete in trappola. Il guerrilla marketing di Netflix

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 26.03.2024

Copertina del video: Siete insetti e siete in trappola. Il guerrilla marketing di Netflix #1230

I contenuti dell'Episodio #1230

In questo episodio rifletto sulla recente campagna pubblicitaria di Netflix, un esempio di guerrilla marketing che ha suscitato reazioni contrastanti. Analizzo come questo tipo di comunicazione possa risultare poco etico o disorientante, specialmente per chi è distratto o già sotto stress, e discuto l'importanza di allineare le strategie pubblicitarie con i valori dichiarati dall'azienda.
Ciao a tutti! In questa puntata, vi parlo da Cagliari, dove sono per fare una talk al job day, e colgo l'occasione per discutere di una questione che ha fatto molto discutere in rete: il nuovo spot di Netflix. Tutto è iniziato con un mio tweet in cui definivo "criminale" l'uso di certe tecniche pubblicitarie, non perché il contenuto sia difficile da identificare come pubblicità, ma perché può creare confusione, soprattutto se si è distratti.

Per chi non avesse visto lo spot, esso presenta una serie di varianti, una delle quali mostra un finto tabellone con destinazioni come Tokyo e Los Angeles accompagnato dalla frase "siete insetti". Un'altra variante dice "siete in trappola". Il problema non è tanto nella possibilità di confondersi quando si è attenti, ma piuttosto quando si è distratti o preoccupati. In un periodo in cui, per esempio, c'è stato un allarme bomba in una stazione italiana, è facile che un messaggio del genere possa allarmare inutilmente.

Da un punto di vista tecnico, riconosco che è una campagna efficace: ha generato discussione e visibilità, che è l'obiettivo di ogni guerrilla marketing. Tuttavia, voglio soffermarmi su un aspetto critico: Netflix si presenta come un'azienda con valori profondi, inclusiva e impegnata socialmente. Questa comunicazione, però, contrasta nettamente con quei valori. È importante che un'azienda come Netflix scelga chiaramente da che parte stare: se desidera essere vista come un paladino di valori etici e inclusivi, deve adottare un tipo di comunicazione coerente. Al contrario, se vuole continuare su questa strada più aggressiva e provocatoria, deve essere consapevole delle implicazioni e delle percezioni che ne derivano.

In sintesi, non è complicato: si tratta di decidere come si vuole apparire e di non contraddirsi. Se vuoi essere l'azienda etica e corretta, questo tipo di pubblicità non è adatto. Se invece vuoi fare guerrilla marketing, va bene così, ma non puoi poi pretendere di essere visto come altro. Questa è la mia opinione, e sono curioso di sapere cosa ne pensiate voi. Grazie per avermi ascoltato!