Il concetto di provocazione è semplice: deve suscitare una reazione. Più scomposta è la reazione, maggiore è il successo della provocazione. Un esempio recente è quello dell'Università di Trento, che ha redatto il nuovo regolamento universitario interamente al femminile. Questa scelta si inserisce nel contesto del dibattito sull'inclusività e sull'uso del maschile sovraesteso, che sebbene corretto grammaticalmente, può risultare meno inclusivo.
La decisione di utilizzare esclusivamente il genere femminile è stata chiarita nel documento stesso, specificando che il femminile include entrambi i generi, una pratica comune anche per il maschile. Questa scelta ha scatenato una forte polarizzazione online: da un lato, chi teme che "non si possa più dire niente", dall'altro, chi ha percepito cosa significhi sentirsi esclusi linguisticamente.
Non è una novità assoluta, altre istituzioni come l'Ipsia avevano già intrapreso iniziative simili. Tuttavia, l'importanza non risiede nella novità, ma nell'aver acceso una discussione sul linguaggio come barriera all'inclusione. Questo non stravolge le regole dell'italiano, ma rappresenta una provocazione che invita alla riflessione.
La polarizzazione delle reazioni è evidente: pochi riconoscono il valore riflessivo dell'iniziativa, mentre molti si schierano in modo estremo. In definitiva, anche questa volta ci confrontiamo con opinioni fortemente divise, che continueranno a caratterizzare il dibattito pubblico.

In questa Puntata
L'Università di Trento ha adottato un regolamento universitario redatto interamente al femminile, suscitando un acceso dibattito sull'inclusività linguistica. La scelta ha provocato reazioni polarizzate, evidenziando come il linguaggio possa creare barriere percepite. L'iniziativa ha stimolato una riflessione sulla percezione dell'inclusione e sull'uso del linguaggio nei contesti istituzionali.