L'Italiano sparito da ChatGPT: chi è e come ha fatto?

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 02.08.2024

Copertina del video: L'Italiano sparito da ChatGPT: chi è e come ha fatto?

I contenuti dell'Episodio #1297

In questo episodio speciale estivo di Ciao Internet, esploro una scoperta intrigante: la prima persona censurata da ChatGPT. Si tratta di Guido Scorza, un nome noto nel panorama giuridico italiano. Discutiamo delle implicazioni di questa censura, delle possibili motivazioni e di come aggirare il blocco. Il tema solleva questioni importanti sulla privacy e sull'uso dei modelli linguistici di intelligenza artificiale.
Ciao Internet, e benvenuti a un episodio speciale delle vacanze, in cui affrontiamo un tema che mi ha colpito particolarmente. Ho scoperto che ChatGPT, il noto modello linguistico di OpenAI, censura una persona specifica: Guido Scorza. Questo episodio non è un clickbait, ma un'analisi approfondita di un fenomeno senza precedenti che ho personalmente verificato.

La mia curiosità è nata mentre utilizzavo ChatGPT per assistermi nella creazione di contenuti per il mio podcast. Durante un tentativo di generare un titolo che includesse Guido Scorza, ChatGPT ha rifiutato di rispondere. Ho pensato che fosse un problema tecnico, ma dopo varie prove ho capito che il nome di Guido Scorza era la causa del blocco. Ho testato la stessa domanda con altri membri del collegio del garante, come Ginevra Cerina Ferroni, Pasquale Stanzione e Agostino Ghiglia, e ChatGPT ha risposto normalmente. Tuttavia, digitando "chi è Guido Scorza?" il sistema si bloccava con un messaggio di errore.

Questo mi ha portato a suddividere la mia analisi in tre parti: come ho scoperto la censura, cosa potrebbe averla causata e, infine, come aggirare il blocco. Non sono riuscito a contattare Guido, essendo in vacanza, ma mi riprometto di discutere la questione con lui in un futuro episodio. Tra le ipotesi del blocco, si potrebbe pensare a un'azione diretta del garante contro ChatGPT, ma questa risulta improbabile dato che gli altri membri non sono censurati. Più plausibile è che Guido Scorza stesso abbia richiesto la rimozione delle sue informazioni, un diritto che potrebbe essere riconosciuto dalla normativa europea sulla privacy.

La possibilità di impedire ai modelli linguistici di trattare i propri dati personali apre scenari interessanti. Tuttavia, la modalità di attuazione è stata piuttosto superficiale. Sfruttando la mia conoscenza nella sicurezza dell'IA, ho trovato metodi semplici per aggirare il blocco, come la codifica del nome in Base64 o semplici alterazioni della stringa. Questo dimostra che il filtro applicato è poco robusto e solleva dubbi sull'efficacia delle misure di protezione dei dati personali.

Le implicazioni di questa scoperta sono significative. La possibilità di bloccare il trattamento dei propri dati personali da parte di strumenti come ChatGPT è un concetto potente, paragonabile e forse più incisivo del diritto all'oblio nei motori di ricerca. Mentre la discussione sulla privacy digitale continua a evolversi, episodi come questo sottolineano la necessità di un'analisi critica e di soluzioni più efficaci.

Vi ricordo che durante l'estate i video di Ciao Internet continueranno con la stessa frequenza, e vi invito a iscrivervi al canale per rimanere aggiornati. Grazie per avermi seguito in questo episodio speciale, e vi auguro una buona estate.