Il Garante chiede informazioni a DeepSeek: verso un blocco? #1368

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 28.01.2025

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In questa Puntata

Il Garante per la protezione dei dati personali ha richiesto chiarimenti a DeepSeek, un'applicazione di chatbot molto popolare in Italia, per verificare la conformità alle normative sulla privacy. La richiesta riguarda la raccolta e il trattamento dei dati personali, con particolare attenzione alla loro conservazione su server cinesi e all'assenza di misure per proteggere i minori. L'azione del Garante italiano potrebbe innescare simili iniziative in altre nazioni europee.
Oggi affrontiamo un tema cruciale per la privacy e la sicurezza dei dati: il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni a DeepSeek, un'applicazione di chatbot che ha rapidamente scalato le classifiche di download in Italia. Il problema principale riguarda la gestione dei dati personali degli utenti, che sembrano essere raccolti e trattati senza la dovuta trasparenza e conformità alle normative europee.

DeepSeek è gestita da due società cinesi, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, e il Garante ha chiesto di chiarire quali dati personali vengono raccolti, da quali fonti, per quali finalità e quale sia la base giuridica del trattamento. Un punto particolarmente critico è la possibilità che i dati vengano conservati su server in Cina, un aspetto esplicitamente menzionato nei termini d'uso di DeepSeek.

Inoltre, il Garante ha sollevato la questione dell'addestramento del sistema tramite dati personali raccolti, potenzialmente attraverso attività di web scraping, e ha chiesto chiarimenti su come gli utenti, iscritti o meno, siano informati riguardo al trattamento dei loro dati. Un altro aspetto problematico è la mancanza di misure per impedire l'accesso ai minori, un tema già emerso in precedenti provvedimenti contro altre piattaforme come OpenAI.

La situazione è particolarmente delicata perché DeepSeek non sembra rispettare le normative europee sulla privacy, creando rischi non solo per gli utenti finali, ma anche per le aziende che integrano queste API nei loro servizi. La questione è resa ancora più complessa dalla mancanza di accordi tra la Cina e la comunità europea per il trasferimento dei dati, in un contesto di controllo statale stringente su internet da parte del governo cinese.

In attesa di una risposta da parte di DeepSeek entro 20 giorni, ci aspettiamo che anche altri garanti europei seguano l'esempio italiano, sollevando ulteriori interrogativi sulla gestione dei dati in un contesto globale sempre più interconnesso. Questo è solo l'inizio di un dibattito che coinvolgerà aspetti economici, legali e tecnologici, e che continueremo a seguire da vicino.