ChatGPT a 20.000 dollari al mese? #1381

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 10.03.2025

Copertina del video: ChatGPT a 20.000 dollari al mese? #1381

In questa Puntata

La potenziale introduzione di un abbonamento da 20.000 euro al mese per l'accesso a sistemi di intelligenza artificiale avanzati come ChatGPT è al centro di un dibattito sul valore economico e funzionale di queste tecnologie rispetto ai costi umani. L'analisi si concentra sulla giustificazione economica di tali costi, comparando l'efficienza e il risparmio rispetto all'impiego di personale umano altamente qualificato, e sulle implicazioni per le aziende europee e italiane.
In questo episodio, esploro la possibilità di un abbonamento da 20.000 euro al mese per accedere a sistemi di intelligenza artificiale avanzati, come riportato da TechCrunch. Questi sistemi, noti come agenti AI specializzati, offrono capacità di deep search avanzate, capaci di elaborare e analizzare dati su vasta scala e fornire risultati dettagliati e verticali. Il costo, sebbene elevato, potrebbe essere giustificato dal valore che tali sistemi offrono in termini di efficienza e riduzione del lavoro umano.

Considerando il punto di vista di Sam Altman, CEO di OpenAI, questi agenti potrebbero raggiungere competenze simili a quelle di un dottore di ricerca, proponendosi come alternative economiche ai ricercatori umani, specialmente negli Stati Uniti, dove i costi per tali professionisti possono arrivare a 400.000-450.000 dollari all'anno. L'idea è di offrire un servizio a metà del costo di un ricercatore umano, ma con la flessibilità di utilizzo a richiesta, il che potrebbe risultare economicamente vantaggioso per molte aziende.

Questo modello di pricing, basato sul valore relativo piuttosto che sul costo effettivo, è simile a quello dei robot autonomi nell'industria, dove il costo è doppio rispetto alla retribuzione di un operaio umano, ma con la capacità di operare 24 ore su 24. Tuttavia, le implicazioni di questo sistema sono significative: solo le grandi aziende potrebbero permettersi tali tecnologie, ampliando il divario competitivo e consolidando il potere nelle mani di pochi attori dominanti nel mercato.

Nel contesto europeo e italiano, c'è un certo scetticismo sulla disponibilità delle aziende a investire in queste tecnologie, dato che attualmente molte non investono nemmeno in personale umano di alto livello. Questo porta a una riflessione più ampia sul ruolo delle intelligenze artificiali nel futuro delle aziende e su come queste possano influenzare le dinamiche di mercato e la distribuzione della conoscenza.

In conclusione, mi interrogo sull'opportunità di adottare queste tecnologie e invito il pubblico a riflettere su come queste potrebbero essere integrate nelle loro realtà lavorative, considerando i potenziali benefici e le sfide che comportano.