Istanbul è una città affascinante, con la sua storia che si intreccia tra meraviglie architettoniche come le grandi moschee e i piccoli angoli nascosti. Tuttavia, durante il mio soggiorno, ho assistito a un episodio significativo: il blocco di Wikipedia. Questo evento mi ha portato a riflettere sulla questione più ampia del blocco dei siti web a livello nazionale. È evidente che la gestione di questi blocchi non può essere lasciata alla discrezione dei singoli governi, soprattutto in paesi dove la democrazia è meno consolidata.
La soluzione a questo problema potrebbe risiedere nella creazione di organismi sovranazionali, capaci di regolamentare i grandi over the top come Facebook e Twitter. Questi organismi dovrebbero operare al di sopra delle singole giurisdizioni nazionali, poiché le decisioni di un governo possono avere ripercussioni globali. Inoltre, è fondamentale salvaguardare i diritti dei cittadini, specialmente in contesti dove la libertà non è garantita.
La sfida principale consiste nel determinare chi possiede l'autorità e l'autorevolezza necessarie per gestire tali problematiche a livello internazionale. È un compito complesso, ma essenziale per proteggere i diritti digitali globali. Durante il mio soggiorno, la connessione internet si è rivelata instabile, rendendo difficile la produzione di contenuti video. Tuttavia, ho voluto condividere queste riflessioni, anche senza le consuete introduzioni e conclusioni dei miei video.
![Copertina del video: 368. [LIVE] Una Live direttamente dalla Turchia per parlare del Tribunale di Internet](https://i.ytimg.com/vi/vCg1Bhn4P5U/maxresdefault.jpg)
In questa Puntata
A Istanbul, il blocco di Wikipedia solleva interrogativi sulla gestione dei siti web a livello nazionale e internazionale. La complessità di affidare a singoli governi il potere di bloccare contenuti online evidenzia la necessità di organismi sovranazionali per garantire i diritti digitali, specialmente in paesi con democrazie fragili.