Recentemente è emersa la proposta di adottare il voto online per le prossime elezioni politiche in Italia, promossa dal Movimento 5 Stelle. Tuttavia, chiunque abbia una conoscenza anche basilare di sicurezza informatica sa che questa è un'idea pericolosa e tecnicamente irrealizzabile in modo sicuro. Ho discusso di questo tema con Fabio Pietrosanti, co-fondatore del Centro Hermes, per approfondire i rischi e le problematiche legate al voto online.
Durante una conferenza organizzata dall'onorevole Brescia, noto promotore del voto online, è stato annunciato che alle prossime politiche si voterà online. Tuttavia, la conferenza non ha ammesso voci critiche, presentando solo sostenitori del voto elettronico. È fondamentale capire che il voto online, a differenza del semplice voto elettronico tramite macchinari nei seggi, comporta esprimere le preferenze attraverso dispositivi personali come smartphone o computer, esponendo il processo a rischi di sicurezza irrisolvibili.
Un esempio di rischio è il voto di scambio, dove la segretezza del voto è compromessa, permettendo pressioni o corruzioni. Inoltre, la compromissione del dispositivo personale può alterare il voto senza possibilità di verifica. L'idea di utilizzare la blockchain per garantire la sicurezza è una falsa promessa, poiché non risolve i problemi legati alla sicurezza dei dispositivi e del processo di voto prima e dopo l'inserimento nella blockchain.
Il voto online centralizza il potere in pochi gestori dei sistemi di voto, aumentando il rischio di corruzione rispetto al sistema attuale, dove la distribuzione del processo su migliaia di seggi rende più difficile alterare il risultato elettorale a livello nazionale. Paesi come Stati Uniti, India, Germania e Francia hanno già abbandonato queste tecnologie a causa dei rischi democratici che comportano.
L'ENISA, l'agenzia europea per la sicurezza delle informazioni, ha pubblicato un report che evidenzia i gravi rischi di sicurezza associati ai sistemi di voto elettronico e online. La carta rimane il metodo più sicuro, mentre il voto online rappresenta il rischio più alto.
Inoltre, l'idea che il voto online aumenti la partecipazione è stata smentita da studi empirici, come quelli condotti in Svizzera, dove non si è registrato alcun aumento del numero di votanti. La soluzione per migliorare la partecipazione degli italiani all'estero non è aumentare il voto a distanza, ma ridurre la sua necessità, ad esempio tramite seggi presso le rappresentanze diplomatiche, come già avviene in Francia.
In conclusione, è essenziale che la politica italiana prenda decisioni informate e basate su dati scientifici, piuttosto che su percezioni errate o interessi di parte. La tutela dei processi democratici deve essere una priorità assoluta, e il voto online, nelle condizioni attuali, rappresenta un pericolo per la democrazia.
🎙️ Ospite: Fabio Pietrosanti, co-fondatore del Centro Hermes, esperto di sicurezza informatica.

In questa Puntata
La proposta di introdurre il voto online per le prossime elezioni politiche in Italia solleva gravi preoccupazioni di sicurezza e rischi democratici. Nonostante il sostegno politico, esperti di sicurezza informatica sottolineano che il voto online è vulnerabile a manipolazioni, compromissioni e non garantisce la segretezza del voto, mettendo a rischio i diritti civili fondamentali.