Ciao a tutti, sono Matteo Flora e oggi voglio parlare con voi di un tema che mi sta particolarmente a cuore: il targeting pubblicitario sui social media e le sue potenziali derive discriminatorie. Partiamo da un esempio provocatorio: immaginate di voler affittare una casa ma di volerla mostrare solo a persone di una certa etnia. La tecnologia attuale ci permette di fare cose del genere, grazie alla possibilità di targetizzare pubblici specifici con contenuti personalizzati. Questo tipo di targeting può essere incredibilmente utile e positivo, consentendo di personalizzare l'esperienza dell'utente e rendere più efficace il messaggio pubblicitario. Ma c'è un lato oscuro.
Recentemente, negli Stati Uniti, una class action ha messo in luce come alcuni proprietari di case usassero il targeting per escludere determinate etnie dai loro annunci di affitto. La discriminazione non si ferma qui: ci sono stati casi in cui le offerte di lavoro venivano nascoste a donne in età fertile o a persone oltre i 40 anni. Queste pratiche sollevano domande importanti: dove finiscono le legittime strategie di marketing e dove inizia la discriminazione?
La differenza tecnica tra targeting e discriminazione è sottile, e spesso la normativa fatica a tenere il passo. Durante una conferenza, ho mostrato come anche senza un'opzione esplicita per il targeting religioso su piattaforme come Facebook, sia comunque possibile escludere persone che seguono determinate pagine, come quelle legate al bar mitzvah, un rito di passaggio ebraico.
La questione è complessa: fino a che punto il legislatore dovrebbe intervenire? Quali categorie possono essere targettizzate? Una soluzione che ho proposto è di richiedere una creatività per ogni audience esclusa, ma mi è stato fatto notare che non sempre ha senso. Ad esempio, pubblicizzare un prodotto per bambini a un pubblico di anziani è poco logico. Regolarizzare queste pratiche richiede un equilibrio delicato, e le piattaforme si trovano in una posizione complicata quando si tratta di condividere i dati sugli annunci.
L'avvento dell'intelligenza artificiale non fa che amplificare questi problemi, rendendo ancora più urgente una riflessione collettiva. Vi invito a pensarci, a considerare tutte le sfaccettature e a proporre soluzioni che possano realmente fare la differenza. Ricordate: non esistono soluzioni semplici per problemi complessi.
Grazie per essere stati con me oggi. Nonostante il mio periodo un po' caotico, cerco sempre di essere qui per voi. Questo weekend mi troverete al Torino Crime Festival, dove parlerò di come la rete può essere pericolosa. Vi ringrazio ancora per l'ascolto e ci vediamo presto!

I contenuti dell'Episodio #513
In questo episodio di Ciao Internet, esploro le complesse dinamiche del targeting pubblicitario sui social media e le sue implicazioni etiche. Discutiamo di come la personalizzazione dei contenuti possa facilmente trasformarsi in discriminazione, evidenziando casi recenti di class action negli Stati Uniti. Cerco di stimolare una riflessione su quanto e come dovrebbe intervenire il legislatore per regolamentare queste pratiche.