Durante l'episodio di oggi, vi porto con me al CICAP Fest, dove ho avuto modo di esplorare il concetto di post-verità e reputazione digitale insieme a Ruggero Orollini. Cominciamo con una riflessione sulla natura della verità: viviamo in un'epoca di post-verità, dove la realtà non è più un dato oggettivo, ma piuttosto un'allucinazione condivisa. Questa idea si basa su una prospettiva costruttivista della realtà, secondo la quale ciò che percepiamo come "vero" è frutto di un consenso, spesso involontario, tra le persone.
Un esempio di come si formano false verità è il fenomeno della polarizzazione sui social media, emerso in particolare dopo lo scandalo Cambridge Analytica. Nei social network, ciò che vediamo non è una rappresentazione fedele della realtà, ma piuttosto un riflesso dei nostri interessi e pregiudizi. Questo avviene perché le piattaforme ci propongono contenuti che risuonano con le nostre convinzioni, rinforzando i nostri bias e restringendo il nostro accesso a una visione più complessa del mondo.
Un interessante studio pubblicato su Nature evidenzia come YouTube, ad esempio, spesso spinga gli utenti verso contenuti sempre più estremi, accentuando la polarizzazione. Questo meccanismo ci porta a vivere in bolle informative, un concetto esplorato già nei primi anni 2000 da Eli Parser nel suo libro "The Information Bubble". Queste bolle sono ambienti chiusi in cui le nostre credenze vengono continuamente confermate, rendendo difficile un dialogo costruttivo con chi si trova al di fuori di esse.
La discussione si sposta poi sulla reputazione, un tema a me molto caro come esperto del settore. La reputazione, come definito dal sociologo Steve Nock, è una percezione costruita dai discorsi degli stakeholder. Non riflette necessariamente la realtà, ma ciò che viene detto di noi quando non siamo presenti. Costruire una reputazione positiva richiede uno storytelling efficace, capace di suscitare emozioni e coinvolgere le persone in una narrazione condivisa.
Nel corso di laurea che insegno, esploriamo proprio questi meccanismi di costruzione della realtà, utilizzati non solo dalle aziende, ma anche dai governi per modellare la percezione pubblica. Concludo la nostra chiacchierata riflettendo su quanto sia fondamentale comprendere e gestire la reputazione, sia personale che professionale, in un mondo dove la verità è sempre più sfumata e soggetta a manipolazioni.

I contenuti dell'Episodio #587
Benvenuti a una nuova puntata di Ciao Internet! Oggi mi trovo a Padova, al CICAP Fest, un festival dedicato alla scienza e alla curiosità. Durante questo evento, mi sono seduto su un divano su rota per discutere con Ruggero Orollini di un tema che oggi più che mai è centrale: la post-verità e la reputazione digitale. In questa puntata, esploriamo le dinamiche che portano alla creazione di false verità, l'impatto dei social media sulla polarizzazione delle opinioni, e l'importanza di una narrazione efficace nella costruzione della reputazione.