Ciao Internet, oggi voglio condividere con voi una riflessione che nasce da un tweet che ho scritto riguardo il nuovo libro di Roberto Burioni. Il tweet, che in modo provocatorio accusava di sfruttare un'epidemia per vendere più copie, ha scatenato una serie di reazioni, tra cui quella offesa di Burioni stesso e di Rizzoli. Ma al di là del trolling, c'è un discorso più profondo che voglio affrontare.
Il libro di Burioni ha un titolo controverso che associa il coronavirus alla peste. È un esempio di instant marketing, dove il titolo sembra essere più un orpello di marketing che un riflesso del contenuto reale del libro. È una tecnica comune, quella di usare titoli accattivanti per vendere, ma è eticamente corretto? Soprattutto quando si tratta di divulgazione scientifica, dove l'obiettivo dovrebbe essere quello di informare correttamente il pubblico. La scelta del titolo crea un'associazione mentale tra coronavirus e peste, alimentando un pregiudizio che il libro stesso dovrebbe aiutare a superare.
Non si può giustificare un titolo ingannevole solo perché i proventi del libro andranno in beneficenza. Anche se l'intenzione è nobile, come finanziare una borsa di studio per uno studente, non si può ignorare l'effetto negativo che una comunicazione fuorviante può avere. Questo modo di fare comunicazione è simile ai titoli sensazionalistici dei giornali, che purtroppo molte persone leggono solo superficialmente.
Capisco che l'editore voglia sfruttare il momento propizio per lanciare il libro, ma associare coronavirus e peste è problematico, soprattutto se si considera che il pubblico a cui si rivolge non è composto da esperti virologi, ma da persone comuni. Utilizzare la stessa dinamica del clickbait per un fine positivo è come cercare di giustificare un comportamento discutibile con un buon obiettivo finale. È importante pensare all'obiettivo ultimo, che dovrebbe essere quello di informare correttamente, e non di vendere a tutti i costi.
Quindi, vi consiglio di comprare il libro, leggerlo, e poi far sapere a Rizzoli cosa pensate del titolo. È un modo per supportare la ricerca, ma anche per spingere a riflettere sulle scelte di marketing che possono danneggiare l'informazione corretta. E voi, cosa ne pensate? Scrivetemelo nei commenti. Sono Matteo Flora e vi ringrazio per avermi ascoltato su Ciao Internet, dove vi racconto come le nostre percezioni possono cambiare ogni giorno.

I contenuti dell'Episodio #665
Ciao Internet, oggi vi racconto una storia che parte da un tweet e si sviluppa attorno a un libro di Roberto Burioni. È una riflessione che coinvolge il trolling, la percezione pubblica e le dinamiche di marketing. Vi spiegherò come un titolo può influenzare la percezione del contenuto e perché, a volte, le intenzioni migliori possono essere offuscate da strategie discutibili. Analizzeremo l'associazione tra coronavirus e peste e discuteremo delle implicazioni etiche di certe scelte editoriali.