Ciao internet, mettetevi comodi, perché oggi voglio affrontare con voi un tema particolarmente caldo e complesso: il riconoscimento facciale e la neutralità della tecnologia. Alla luce delle recenti manifestazioni del movimento Black Lives Matter e della brutalità della polizia in molti stati americani, alcune società tecnologiche stanno iniziando a rivedere le loro posizioni su queste tecnologie, un cambiamento che molti, compresi i loro dipendenti, chiedevano da tempo.
Parliamo della terza legge di Shoshana Zuboff, una legge che sostiene che ogni tecnologia che può essere utilizzata per controllo o sorveglianza, inevitabilmente lo sarà. Un esempio lampante è il riconoscimento facciale, una delle tecnologie più controverse del nostro tempo. Recentemente, IBM ha annunciato la sua uscita definitiva dal mercato del riconoscimento facciale. Una decisione comunicata tramite una lettera del CEO Arvind Krishna, che sottolinea l'importanza etica di questa scelta.
Ma IBM non è sola in questo cambiamento di rotta. Anche Amazon, leader incontrastato nel settore con il suo sistema Recognition, ha deciso di imporre una moratoria di un anno sull'uso di questa tecnologia da parte delle forze dell'ordine. Nonostante le critiche e i dubbi sull'efficacia di questa moratoria, è un segnale importante. Microsoft, dal canto suo, si trova anch'essa in una posizione delicata, con i dipendenti che si oppongono all'uso delle loro tecnologie per scopi come il controllo delle frontiere.
Queste scelte aziendali si inseriscono in un contesto più ampio, in cui anche l'Europa sta considerando una moratoria di cinque anni sull'uso del riconoscimento facciale per valutare l'impatto sui diritti umani. In Italia, un'inchiesta di Wired ha portato alla luce come la città di Como stia utilizzando il riconoscimento facciale, spingendo il Ministro dell'Interno a rispondere in Parlamento.
Due sono le riflessioni che voglio condividere con voi. La prima riguarda la neutralità delle tecnologie, o meglio, la mancanza di essa. È il cosiddetto teorema Beretta: la tecnologia non è intrinsecamente buona o cattiva, ma dipende dall'uso che se ne fa. Tuttavia, chiudere gli occhi di fronte alle implicazioni etiche e sociali delle vendite tecnologiche significa essere complici. La seconda riflessione riguarda il potere che le grandi aziende tecnologiche hanno acquisito, al punto da influenzare le decisioni degli stati nazionali. Quando società come Amazon decidono di sospendere la vendita di tecnologie a stati sovrani, ci troviamo di fronte a un nuovo tipo di sovranità, che sfida il ruolo tradizionale degli stati.
Non ho soluzioni da offrire, ma voglio stimolare la vostra riflessione. La tecnologia non può essere neutrale, e dobbiamo capire come bilanciare l'innovazione con l'etica. Continuiamo a esplorare questi temi insieme, perché solo attraverso il dialogo possiamo sperare di trovare una strada percorribile. Vi invito a condividere le vostre opinioni nei commenti e a seguire i miei contenuti su tutte le piattaforme per non perdere i prossimi episodi. Grazie per avermi ascoltato, estote parati.

I contenuti dell'Episodio #729
In questa puntata di Ciao Internet, esploro il complesso mondo del riconoscimento facciale e della neutralità delle tecnologie, in relazione alle recenti decisioni di grandi aziende tecnologiche come IBM, Amazon e Microsoft. Attraverso una riflessione critica, mi interrogo sul ruolo delle tecnologie nella nostra società e sul potere che detengono rispetto agli stati nazionali, invitando gli ascoltatori a riflettere sull'impatto etico e sociale di queste innovazioni.