Oggi voglio affrontare un tema che mi sta particolarmente a cuore: il partigianato tossico e la polarizzazione. Ho notato che spesso questo fenomeno si manifesta quando ci si trova di fronte a una dissonanza cognitiva, ovvero quando le persone applicano due pesi e due misure diverse a seconda del contesto. Un esempio recente che ho vissuto personalmente riguarda un commento ricevuto su Instagram, dove mi è stato detto di "togliere la museruola" perché indossavo una mascherina. Ho risposto in modo ironico, sottolineando come la persona in questione stesse abbaiando più di me. Questo tipo di risposta spesso provoca reazioni di indignazione, nonostante io abbia semplicemente replicato lo stesso tipo di offesa.
Un altro esempio significativo riguarda un tweet di Giulia Blasi, una scrittrice e attivista femminista, che ha criticato un titolo di Repubblica per aver generalizzato il comportamento delle femministe. Questo ha scatenato una discussione in cui è emersa la tendenza a generalizzare i comportamenti degli uomini bianchi eterosessuali, mostrando una chiara dissonanza cognitiva. È interessante notare come molte persone giustifichino comportamenti simili da parte dei propri seguaci, ma li condannino aspramente nella controparte.
Questa polarizzazione non riguarda solo il femminismo, ma è presente in molti partiti politici e movimenti sociali. La difficoltà di applicare lo stesso metro di giudizio a sé stessi e agli altri rende impossibile costruire ponti per la depolarizzazione. Finché vediamo l'altro come un alieno, la costruzione di ponti diventa difficile e le differenze si inaspriscono. Tuttavia, è fondamentale notare questi fenomeni e cercare di superarli per trovare soluzioni condivise.
Invito chiunque a riflettere su questi aspetti e a condividere esempi personali. Sono sempre disponibile ad ascoltare e discutere ulteriormente di questi temi.
In questa Puntata
Il fenomeno del "partigianato tossico" e della polarizzazione sociale viene analizzato attraverso esempi di dissonanza cognitiva e generalizzazioni. Viene evidenziato come l'incapacità di applicare lo stesso metro di giudizio a sé stessi e agli altri ostacoli la costruzione di ponti per la deradicalizzazione, creando divisioni sempre più profonde tra le persone.