819. Perché YouTube ha demonetizzato ByoBlu? Forse non per quello che pensate...

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 26.02.2021

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In questa Puntata

YouTube ha rimosso la monetizzazione al canale BioBlu, noto per la diffusione di contenuti controversi. Questa decisione solleva questioni sul ruolo delle piattaforme nel profitto derivante da contenuti discutibili. La scelta di YouTube è vista come una mossa per evitare responsabilità e controversie legate alla pubblicità associata a tali contenuti.
La recente decisione di YouTube di togliere la monetizzazione al canale BioBlu ha suscitato un acceso dibattito. BioBlu, noto per aver diffuso contenuti controversi come la negazione del COVID-19 e dell'AIDS, si è visto privare di una fonte di entrate significativa, stimata in circa 20.000 euro al mese solo dalla pubblicità su YouTube. Questo rappresenta una parte considerevole del loro modello di business, che si basa anche su abbonamenti venduti attraverso il proprio sito web.

YouTube, dal canto suo, perde la stessa somma in termini di potenziali entrate pubblicitarie. Tuttavia, la piattaforma ha scelto di non essere coinvolta attivamente nella promozione e nel profitto di contenuti che potrebbero essere considerati disinformativi o estremisti. Questo perché YouTube, oltre a fornire uno spazio per la pubblicazione di video, funge da venditore di pubblicità, guadagnando una percentuale significativa dalle vendite pubblicitarie sui contenuti caricati dagli utenti.

La decisione di YouTube non è una questione di censura, poiché la censura è prerogativa degli stati, ma piuttosto una scelta commerciale. La piattaforma ha scelto di non vendere pubblicità su contenuti che potrebbero danneggiare la sua reputazione o esporla a critiche e responsabilità legali. La questione centrale è se una società debba essere obbligata a vendere pubblicità su contenuti con cui non è d'accordo o che potrebbero danneggiarla.

In conclusione, la mossa di YouTube non è una restrizione della libertà di espressione, ma una decisione strategica per evitare di trarre profitto da contenuti controversi. Questo solleva interrogativi su come le piattaforme digitali gestiscono la monetizzazione di contenuti potenzialmente dannosi e il loro ruolo nel promuovere o meno tali contenuti.