Ciao Internet! Oggi vi racconto una storia che ha dell'incredibile per un semplice motivo: è vera. Parliamo del Green Pass, o meglio del Digital Green Certificate, e di come ci venga costantemente raccontata una realtà distorta. L'idea di fondo che ci viene venduta è che il Green Pass certifichi la nostra possibilità di accedere a luoghi pubblici e che possa essere ritirato in caso di malattia. Eppure, vi dico che non è così e vi mostro le prove, che sono pubbliche e accessibili.
Tutto parte da una disputa all'interno dello Stato italiano riguardo a come il Green Pass debba essere mostrato insieme a un documento di identità. Una confusione enorme è nata quando la ministra Lamorgese ha affermato che i gestori dei locali non sono obbligati a controllare il documento. Questo ha scatenato un dibattito sul fatto che sia necessario o meno esibire un documento insieme al Green Pass, creando una situazione in cui nessuno sa davvero quale sia la prassi corretta.
Il problema è che il Green Pass non è un titolo al portatore. È una certificazione che dovrebbe essere legata a un'identificazione personale, altrimenti chiunque potrebbe mostrarlo al posto di un'altra persona. Ho portato questo problema alla luce su Twitter, mostrando come la regione Toscana avesse pubblicato un Green Pass valido su un tweet. Questo Green Pass, tra l'altro, era stato pubblicato anche su un sito di vendita di fotografie dal suo proprietario, rendendo la sua diffusione ancora più assurda.
Il mio obiettivo era quello di obbligare il Ministero della Salute o degli Interni a invalidare questi Green Pass. Eppure, nonostante le specifiche europee permettano la revoca dei Green Pass in caso di frode o malattia, non esiste un modo pratico per farlo. Il codice sorgente dell'applicazione di verifica non include alcuna funzione per la revoca, e qualcuno ha persino suggerito che implementarla violerebbe la privacy delle persone.
Ci troviamo dunque in un limbo in cui il Green Pass non può essere revocato nonostante la legge italiana dica che dovrebbe esserlo in caso di malattia. Questo perché la struttura del Green Pass è stata concepita in modo tale da non prevedere la revoca come opzione. Il Digital Green Certificate, come viene chiamato a livello europeo, non è nato per essere utilizzato come un lasciapassare, ma come un semplice certificato.
La normativa italiana prevede che, in caso di nuova positività al SARS-CoV-2, il Green Pass debba essere revocato. Tuttavia, l'applicazione di verifica non esegue questo controllo, e la stessa architettura europea non permette una revoca temporanea. La normativa europea consente che i Green Pass abbiano una durata limitata e che venga richiesta una nuova emissione periodica, ma non prevede un sistema di revoca basato su liste di certificati invalidati.
In questo episodio, discuto anche con esperti come Carlo Piano e Stefano Zanero, che confermano l'assurdità della situazione. Abbiamo creato un sistema complesso e inefficace, basato su norme che non considerano l'implementazione pratica. Anche se la normativa europea lascia agli stati la libertà di implementare meccanismi di revoca, in Italia non esiste un modo per farlo, rendendo il nostro sistema ancora più confuso.
In conclusione, il Green Pass è diventato un simbolo di mala gestione e di decisioni prese senza considerare le implicazioni tecniche. È uno strumento nato per facilitare la mobilità transfrontaliera, trasformato in un passaporto sanitario senza le dovute precauzioni tecniche. Un esempio lampante di come la tecnologia e le normative possano entrare in conflitto, lasciando i cittadini in un limbo di incertezze.

I contenuti dell'Episodio #878
In questo episodio di Ciao Internet, vi porto con me in un viaggio attraverso le contraddizioni e le verità nascoste dietro al Green Pass. Con prove concrete e un'analisi approfondita, smaschero le false narrative che ci sono state propinate dai media e dalle istituzioni. Vi mostrerò come la realtà sia ben diversa da quanto ci viene raccontato, partendo da un errore banale che mi ha condotto a scoprire un mondo di assurdità legali e tecniche.