Ho sempre notato come la figura dell'uomo forte al comando susciti una fascinazione quasi irresistibile in molte persone e ambienti. Non mi riferisco solo ai regimi totalitari o alle simpatie per il nazismo, ma più in generale a quell'idea dell'uomo che, da solo, porta avanti le sue idee contro tutto e tutti, diventando un simbolo di cambiamento e di rivoluzione. Questa figura la ritroviamo spesso nelle aziende, con i CEO che incarnano il mito del leader solitario che trasforma un'intera organizzazione. Ma la stessa dinamica la vedo anche nel mondo dell'informatica e dell'attivismo, dove, nonostante si parli tanto di comunità e collaborazione, sono sempre le personalità forti, come Assange o Snowden, a guidare i cambiamenti. Nonostante la rete abbia dimostrato che un modello consortile e cooperativo è più resiliente, continuiamo a cercare e venerare l'uomo forte, come sta succedendo ora con Elon Musk.
L'arrivo di Elon Musk nel consiglio di amministrazione di Twitter è un esempio emblematico. Musk ha acquistato il 9,2% delle azioni di Twitter, un passo che lo rende il primo azionista singolo della piattaforma. Questa mossa è stata fatta con il suo stile tipico, rompendo le regole che imporrebbero una dichiarazione del pacchetto azionario entro 10 giorni dal raggiungimento del 5%. Le sanzioni per queste violazioni sono irrisorie per qualcuno con la sua ricchezza, evidenziando come le ammende non abbiano un reale potere dissuasivo se non commisurate al reddito. Con il suo ingresso nel board, Musk ha già iniziato a fare pressione per cambiamenti, come rendere open source l'algoritmo di Twitter e rivisitare le policy di moderazione, portando con sé una ventata di incertezza.
Oltre alla centralizzazione del potere in ambito digitale, mi preoccupa anche il parallelismo con il mondo dell'informazione, dove i grandi gruppi editoriali sono spesso sotto l'influenza di potenti industriali. La stessa dinamica potrebbe ripetersi su Twitter, con Musk che ha già dimostrato di manipolare i media per i suoi benefici. Questo mi porta a riflettere su quanto l'idea del sovrano illuminato sia radicata nel nostro immaginario, anche nel mondo digitale che dovrebbe essere il baluardo della decentralizzazione.
Passando ad altri argomenti, abbiamo discusso di una chat di maestre a Roma che deridono un bambino autistico. È una vicenda che mi colpisce personalmente e che solleva interrogativi su come queste persone possano essere esposte pubblicamente, anche se una parte di me riconosce che non è la soluzione giusta. Infine, ci siamo soffermati su uno studio che esplora l'uso dell'intelligenza artificiale per diagnosticare disordini mentali attraverso l'analisi della voce. È un'idea affascinante ma anche inquietante, poiché solleva timori di controllo e discriminazione.

I contenuti dell'Episodio #989
In questa puntata di Ciao Internet, rifletto sulla fascinazione per l'uomo forte al comando, una figura mitologica che sembra permeare ogni ambito, dalle aziende alla politica, fino al mondo dell'informatica e dell'attivismo. Analizzo come questa figura influenzi anche la struttura delle reti sociali, soffermandomi sull'entrata di Elon Musk nel consiglio di amministrazione di Twitter e sulle sue implicazioni. Tocchiamo anche temi di attualità come il comportamento inappropriato di alcune maestre nei confronti di un bambino autistico e le potenzialità, nonché i rischi, dell'uso dell'intelligenza artificiale nella diagnosi di disordini mentali.