AGID passa le statistiche su Amazon e ci prende per il...

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 21.06.2023

Copertina del video: AGID passa le statistiche su Amazon e ci prende per il... #1154

I contenuti dell'Episodio #1154

In questo episodio di Ciao Internet, mi immergo nella complessa e frustrante situazione legata all'utilizzo dei servizi di analisi web da parte delle pubbliche amministrazioni italiane. Con un focus su Web Analytics Italia, esploro come l'iniziativa nata per garantire la sovranità digitale sia finita per dipendere nuovamente da fornitori americani, compromettendo la protezione dei dati degli utenti. Rifletto sull'inefficienza e la mancanza di coerenza nelle decisioni dell'Agenzia per l'Italia Digitale (Agid) e condivido il mio sconcerto su come queste scelte possano impattare negativamente non solo le aziende ma anche la fiducia degli utenti nei confronti delle istituzioni.
Benvenuti a un nuovo episodio di Ciao Internet. Oggi voglio parlarvi di una questione che mi ha visto piuttosto amareggiato e, lasciatemelo dire, piuttosto preso in giro. Parliamo di pubbliche amministrazioni e della loro gestione dei servizi di analisi web, in particolare del progetto Web Analytics Italia, nato dalle ceneri di Google Analytics dopo il famoso provvedimento caffeina del giugno 2022.

Per chi non ricordasse, il provvedimento del Garante della Privacy ha sollevato un polverone sulla questione del trasferimento dei dati all'estero, in particolare verso gli Stati Uniti, a seguito della sentenza Schrems 2. Questa sentenza ha sottolineato come le garanzie offerte dagli Stati Uniti non siano allineate con quelle europee, bloccando di fatto il trasferimento dei dati degli utenti europei. Di conseguenza, molte amministrazioni hanno cercato alternative, e Web Analytics Italia è emerso come una soluzione promettente per mantenere i dati all'interno del nostro territorio.

Tuttavia, il sogno di sovranità digitale è stato di breve durata. Il servizio, dopo un iniziale entusiasmo, ha mostrato i suoi limiti strutturali, essendo sottodimensionato rispetto alle necessità. Quando finalmente viene ripresentato, scopriamo che la gestione è affidata a CloudFront di Amazon, con i dati che rischiano di finire di nuovo dall'altra parte dell'oceano. Una beffa, direi, considerando che ci si era mossi per evitare proprio questo scenario.

Non sono il solo a sentirmi preso in giro. Anche i ragazzi di Monitor APA hanno sollevato la questione, chiedendo chiarimenti all'Agid. È chiaro che il solo utilizzo di un cloud provider multinazionale potrebbe comportare l'applicazione della normativa americana, mettendo a rischio la nostra sovranità sui dati. E mentre le aziende si affannano a modificare le loro architetture per rispettare le direttive, l'Agid si muove in direzione opposta, ignorando le implicazioni di queste scelte.

È frustrante dover constatare come le pubbliche amministrazioni, che dovrebbero essere un esempio di rispetto delle normative e di protezione dei dati, si muovano in modo così superficiale. Mi auguro che chiunque sia coinvolto in questo progetto si faccia sentire, magari con un esposto al garante, per far valere i diritti delle aziende e dei cittadini.

Vi ringrazio per avermi seguito anche oggi. Se non l'avete ancora fatto, vi invito a iscrivervi, a seguire i miei corsi online gratuiti e a unirvi al nostro gruppo Telegram per continuare a discutere di questi temi. Come sempre, sono Matteo Flora e nella vita di tutti i giorni mi impegno a migliorare la vita delle aziende e delle persone grazie al digitale. Ci vediamo alla prossima puntata, e ricordatevi di rimanere parati.