Truffa SPID: nessuno è al sicuro! Sei già vittima e non lo sai?

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 09.06.2025

Copertina del video: Truffa SPID: nessuno è al sicuro! Sei già vittima e non lo sai? #1414

I contenuti dell'Episodio #1414

In questa puntata di Ciao Internet, affrontiamo un tema cruciale e attuale: la truffa legata allo SPEED, il sistema pubblico di identità digitale. Negli ultimi mesi, sempre più persone hanno subito furti d'identità con conseguenze economiche significative. Scopriamo insieme qual è la falla nel sistema, i rischi associati e le misure necessarie per proteggersi da questo tipo di truffa. È un episodio speciale che vi invito a condividere per aumentare la consapevolezza su questo problema.
Ciao Internet, oggi affrontiamo un argomento di estrema importanza: la truffa dello SPEED. Sono Matteo Flora e, in questo episodio, voglio parlarvi di un problema che sta colpendo un numero crescente di cittadini: il furto di identità tramite il sistema pubblico di identità digitale, meglio conosciuto come SPEED. È un tipo di frode particolarmente insidioso perché è silenzioso, difficile da individuare in tempo e può causare gravi danni economici oltre al furto di dati personali.

La criticità principale è una falla nel sistema che permette la creazione di più SPEED associati allo stesso codice fiscale, senza che il titolare originario venga avvisato. Questo problema non dipende da comportamenti sconsiderati degli utenti, ma da una vulnerabilità nel sistema stesso, che le autorità competenti sembrano ignorare volutamente.

Per chi non lo sapesse, lo SPEED è il sistema attraverso il quale si può accedere a vari servizi online della pubblica amministrazione e di enti privati. È rilasciato da 12 provider autorizzati, e attivarlo è facile; basta un documento d'identità valido, un codice fiscale, un indirizzo email e un numero di cellulare. Tuttavia, la verifica che dovrebbe garantire la sicurezza può essere facilmente aggirata, specialmente con le attuali tecnologie di intelligenza artificiale, rendendo semplice ottenere un doppio SPEED.

La truffa si basa su un'anomalia normativa: ogni cittadino può avere più SPEED attivi, uno per ciascun gestore, e chiunque entri in possesso dei documenti di un cittadino, anche tramite data breach, può creare un secondo SPEED senza che il titolare ne venga a conoscenza. Questo permette ai truffatori di accedere a portali pubblici e privati, modificare dati come l'Iban per ricevere pensioni o rimborsi e addirittura aprire conti correnti a nome della vittima.

La vera criticità è l'assenza di un database centralizzato che permetta di verificare quanti SPEED sono attivi per un codice fiscale e quali sono attivi. Le autorità non forniscono strumenti diretti per questo tipo di controllo, lasciando le vittime nel caos.

Le conseguenze sono gravi: modifiche non autorizzate dei dati personali, accesso a conti correnti, e pratiche avviate a nome della vittima. Recuperare denaro perso è difficile, e spesso la responsabilità ricade sulla vittima stessa. Per proteggersi, le solite regole di non condividere i propri documenti non sono più sufficienti. È necessario contattare direttamente i 12 provider per verificare se ci sono SPEED attivi a proprio nome, un processo complicato e non garantito.

Spero che, tramite la condivisione di questo episodio e grazie anche alla visibilità data da servizi come quelli di Report e delle Iene, le persone possano prendere coscienza del problema e spingere per un cambiamento. È fondamentale che le autorità intervengano per migliorare la sicurezza di un sistema così critico.