Sc*pami come mi odiassi

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 03.04.2018

Copertina del video: 362. Sc*pami come mi odiassi

I contenuti dell'Episodio #362

In questo episodio di Ciao Internet, esploro un tema complesso e controverso: l'emergere e la normalizzazione di un genere di pornografia noto come "hatefuck". Analizzo le implicazioni sociali e psicologiche legate al consenso, alla percezione della sessualità nelle nuove generazioni e alla distorsione degli standard sessuali. Rifletto sulle conseguenze che queste pratiche e rappresentazioni possono avere su individui e società, interrogandomi su come affrontare tali contenuti in modo responsabile.
Ciao Internet! Oggi affrontiamo un tema particolarmente delicato e complesso: un genere di pornografia noto come "hatefuck", scopate di odio. Si tratta di un genere che, sebbene esista fin dagli albori di Internet in piccole enclave, è recentemente diventato più mainstream. Questo genere, che combina dominazione e svilimento della figura femminile, si basa comunque su un consenso esplicito delle attrici coinvolte. Tuttavia, la questione del consenso è solo uno dei tanti strati di complessità che andremo ad esaminare.

Il primo grande problema riguarda proprio il consenso. Anche quando una persona acconsente a essere trattata come strumento di piacere altrui, ci poniamo la domanda su quanto questo consenso sia effettivamente libero e informato. Spesso, ci troviamo di fronte a situazioni in cui la pressione sociale o la necessità economica possono influenzare la volontarietà di tale consenso. La società, evolvendosi, ha talvolta limitato la possibilità di autorizzare atti che possano nuocere al proprio corpo, e ci si deve chiedere se un coinvolgimento in pratiche così estreme rientri in queste limitazioni.

Il secondo problema riguarda l'impatto di queste rappresentazioni sulla percezione della sessualità, specialmente tra le nuove generazioni. Le pratiche che un tempo erano considerate estreme o riservate al contesto pornografico stanno diventando una sorta di nuovo standard nella vita sessuale reale. Questo crea un modello irraggiungibile e distorto che può generare frustrazione e problemi di autostima, simili ai disturbi alimentari causati dalle immagini di bellezza irrealistiche. La pornografia, in questo contesto, non è vista come un'eccezione, ma come la norma, spingendo le persone a ritenere necessarie pratiche che potrebbero non essere desiderate o salutari.

Infine, il terzo punto cruciale riguarda l'errata percezione della violenza come parte integrante della sessualità. Questo non riguarda solo le nuove generazioni, ma anche una popolazione più ampia, influenzata da un'esposizione costante a contenuti che presentano la violenza come un espediente sessuale normale. La sfida è trovare un equilibrio tra l'accettazione di pratiche consensuali tra adulti e la protezione di individui e società da una normalizzazione di comportamenti dannosi.

Cosa fare, quindi, con questi contenuti? La rimozione potrebbe non essere sempre efficace, ma è essenziale limitare la loro visibilità per evitare che la distorsione della sessualità diventi uno standard de facto. Dobbiamo essere consapevoli dei rischi e delle responsabilità che comporta l'esposizione a tali contenuti, per evitare che, come diceva Lovecraft, chi dà la caccia ai mostri diventi mostro lui stesso. Vi invito a condividere le vostre opinioni e riflessioni su questo tema nei commenti.