448. Desiree, una tossica molto fortunata

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 29.10.2018

Copertina del video: 448. Desiree, una tossica molto fortunata

In questa Puntata

La puntata affronta il tema complesso della percezione sociale delle vittime e dei carnefici, esplorando come la società tenda a schierarsi non con la verità, ma con le narrazioni che supportano la propria identità e ordine sociale. Si discute del fenomeno del "victim blaming" e di come la paura e l'aggressività interiori possano influenzare la percezione e la giustificazione della violenza, sottolineando l'importanza di affrontare questi problemi in modo endemico e senza giustificazioni.
Desiree è stata vittima di un crimine orribile, e la società ha rapidamente cambiato la sua percezione di lei da "tossica" a vittima. Questo cambiamento di percezione è emblematico di come spesso la società si schieri non con la verità, ma con una narrazione che rassicura la propria identità e il proprio ordine sociale. In molti casi, tendiamo a identificare il "cattivo" in base a chi è più distante dalla nostra identità, come nel caso di Desiree, dove gli aggressori erano percepiti come l'elemento estraneo.

Questo fenomeno si riflette anche in altri casi, come quello di Cucchi, dove la società si è divisa tra chi si identifica con le forze dell'ordine e chi con la vittima. La verità diventa secondaria rispetto alla percezione sociale e all'identificazione con un gruppo. Questo porta al "victim blaming", dove la vittima viene in parte ritenuta responsabile per ciò che le è accaduto. Questo processo è alimentato da una "belva" interiore, una combinazione di paura e aggressività che ci spinge a giustificare la violenza in base a pregiudizi e stereotipi.

La "belva" è quella voce interiore che ci dice che la vittima "se l'è cercata" perché si è comportata in un certo modo, e ci rassicura che a noi non accadrà lo stesso perché viviamo secondo le "regole" della società. Tuttavia, questa è una falsa sicurezza. La violenza è un problema endemico che può colpire chiunque, indipendentemente dalle precauzioni prese. È essenziale riconoscere e affrontare questa realtà senza giustificazioni, evitando di alimentare la "belva" con i "però" che giustificano la violenza.

Dobbiamo fermarci ogni volta che sentiamo un "però" e chiederci se stiamo nutrendo la nostra "belva" interiore. Allo stesso tempo, è fondamentale non accettare i "però" degli altri e lavorare per un cambiamento culturale che rifiuti qualsiasi giustificazione della violenza. Solo così possiamo affrontare il problema alla radice e costruire una società più giusta e sicura per tutti.