Desiree, una tossica molto fortunata

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 29.10.2018

Copertina del video: 448. Desiree, una tossica molto fortunata

I contenuti dell'Episodio #448

In questo episodio affrontiamo un tema complesso e delicato: la percezione pubblica delle vittime di violenza e come la società tende a giustificare certi atteggiamenti attraverso il "però". Partendo dal caso di Desiree, esploro come l'opinione pubblica sia influenzata da pregiudizi e stereotipi, e come il victim blaming sia una manifestazione di una paura più profonda, quella della "belva" che ognuno di noi porta dentro.
Ciao Internet! Oggi voglio parlarvi di un tema che mi ha colpito profondamente e che credo meriti una riflessione attenta. Desiree è una ragazza che è stata vittima di uno dei crimini più atroci, eppure è considerata fortunata perché, nella narrazione pubblica, è riuscita a passare da "tossica che se l'è cercata" a vittima riconosciuta. Questo cambiamento di percezione mi ha spinto a riflettere su come la società gestisce il concetto di vittima e carnefice e su come spesso ci identifichiamo con la parte che riteniamo "buona" o "simile a noi".

La storia di Desiree mi ricorda altri casi, come quello di Cucchi, dove le forze dell'ordine vengono viste come più vicine a noi rispetto alla vittima stessa. Questa tendenza a identificarsi con la parte che riteniamo giusta o simile è un meccanismo di difesa che ci aiuta a mantenere una visione ordinata della realtà, dove chi esce dai binari è colpevole di qualcosa. In questo contesto, il fenomeno del victim blaming diventa una forma di protezione della nostra identità e dei nostri pregiudizi.

Ma c'è di più. Dietro questa tendenza c'è una "belva", una parte di noi fatta di paura e aggressività. La paura che il male possa toccarci, che il nostro mondo ordinato possa crollare. È più facile dire "se l'è cercata" piuttosto che ammettere che la violenza è un problema endemico che ci riguarda tutti. Dobbiamo allenarci a riconoscere e a combattere questo "però" che giustifica inconsciamente la violenza e ci allontana dalla realtà.

La soluzione? Accettare che la violenza sulle donne è un problema della nostra società e non qualcosa di distante da noi. Dobbiamo smettere di cercare giustificazioni e affrontare il problema alla radice, senza lasciare che la paura e i pregiudizi ci impediscano di agire. È un processo difficile, ma necessario per costruire una società più giusta. Vi invito a riflettere su questo e a condividere le vostre opinioni. Sono curioso di sapere cosa ne pensate.