Ciao Internet! Oggi voglio parlarvi di un tema che mi ha colpito profondamente e che credo meriti una riflessione attenta. Desiree è una ragazza che è stata vittima di uno dei crimini più atroci, eppure è considerata fortunata perché, nella narrazione pubblica, è riuscita a passare da "tossica che se l'è cercata" a vittima riconosciuta. Questo cambiamento di percezione mi ha spinto a riflettere su come la società gestisce il concetto di vittima e carnefice e su come spesso ci identifichiamo con la parte che riteniamo "buona" o "simile a noi".
La storia di Desiree mi ricorda altri casi, come quello di Cucchi, dove le forze dell'ordine vengono viste come più vicine a noi rispetto alla vittima stessa. Questa tendenza a identificarsi con la parte che riteniamo giusta o simile è un meccanismo di difesa che ci aiuta a mantenere una visione ordinata della realtà, dove chi esce dai binari è colpevole di qualcosa. In questo contesto, il fenomeno del victim blaming diventa una forma di protezione della nostra identità e dei nostri pregiudizi.
Ma c'è di più. Dietro questa tendenza c'è una "belva", una parte di noi fatta di paura e aggressività. La paura che il male possa toccarci, che il nostro mondo ordinato possa crollare. È più facile dire "se l'è cercata" piuttosto che ammettere che la violenza è un problema endemico che ci riguarda tutti. Dobbiamo allenarci a riconoscere e a combattere questo "però" che giustifica inconsciamente la violenza e ci allontana dalla realtà.
La soluzione? Accettare che la violenza sulle donne è un problema della nostra società e non qualcosa di distante da noi. Dobbiamo smettere di cercare giustificazioni e affrontare il problema alla radice, senza lasciare che la paura e i pregiudizi ci impediscano di agire. È un processo difficile, ma necessario per costruire una società più giusta. Vi invito a riflettere su questo e a condividere le vostre opinioni. Sono curioso di sapere cosa ne pensate.

I contenuti dell'Episodio #448
In questo episodio affrontiamo un tema complesso e delicato: la percezione pubblica delle vittime di violenza e come la società tende a giustificare certi atteggiamenti attraverso il "però". Partendo dal caso di Desiree, esploro come l'opinione pubblica sia influenzata da pregiudizi e stereotipi, e come il victim blaming sia una manifestazione di una paura più profonda, quella della "belva" che ognuno di noi porta dentro.