Ciao Internet! Oggi vi parlo da Praga di un tema che sta diventando sempre più centrale nelle mie ricerche: l'autoradicalizzazione. Questo fenomeno, noto anche come "self-radicalization", è particolarmente interessante perché avviene senza un vero e proprio indottrinamento esterno. In pratica, siamo noi stessi a radicalizzarci su vari argomenti, utilizzando le informazioni a cui scegliamo di esporci.
Esistono due livelli di autoradicalizzazione molto efficienti: il top-down e il bottom-up. Nel top-down, i media giocano un ruolo fondamentale. Sono loro a preselezionare le notizie che riceviamo. Spesso dico che siamo come degli algoritmi biologici che processano le informazioni per costruirci un modello di realtà. Quando i media riescono a controllare le informazioni che ci arrivano, riescono anche a modificare la nostra percezione del mondo. Se mi informo solo attraverso media che rappresentano una certa fazione politica e questi media omettono notizie che riguardano l'altro punto di vista, inevitabilmente mi radicalizzo nelle mie posizioni. Questo succede ovunque, dalla stampa politica ai siti web di nicchia che visitiamo.
Il meccanismo bottom-up, invece, è ancora più affascinante. In questo caso, siamo direttamente noi a cercare informazioni in rete. Pensateci: quante volte abbiamo detto "Cercalo su Google"? Ogni volta che mandiamo qualcuno a informarsi su Google, apriamo la porta a un'informazione non filtrata, che può includere anche bufale evidenti. Iniziando una ricerca con una domanda pregiudiziale, come "i vaccini fanno male?", finiamo per trovare sempre più contenuti che confermano la nostra ipotesi iniziale. E non è solo Google: su piattaforme come YouTube, gli algoritmi suggeriscono contenuti simili a quelli che abbiamo già visto, spingendoci ulteriormente nella cosiddetta "tana del bianconiglio".
Questa autoradicalizzazione è un problema serio, che riguarda vari ambiti: dai jihadisti agli antivaccinisti, fino ai razzisti e ai sovranisti. La causa principale siamo noi stessi e il modo in cui scegliamo di approvvigionarci di informazioni. Ci stiamo autoradicalizzando, spingendoci sempre più in profondità nelle nostre convinzioni.
Le soluzioni? Non sono semplici. Si parla di "deradicalization patterns", dei modelli di deradicalizzazione che rappresentano forse la sfida più grande per il futuro. In una società sempre più polarizzata, diventa difficile ottenere una visione equa della realtà che non sia limitata ai nostri schemi mentali preesistenti.
E voi, cosa ne pensate? Anche da Praga, continuo a portare avanti le mie riflessioni per voi. Questa settimana, tra Praga e Milano, terrò un seminario universitario proprio su questi temi. Continuate a seguirmi su YouTube, Facebook o il podcast. Grazie mille per il vostro ascolto!

I contenuti dell'Episodio #610
In questo episodio di "Ciao Internet", registrato da Praga, esploro il fenomeno dell'autoradicalizzazione, un processo per cui ci auto-indottriniamo su determinati argomenti senza l'intervento diretto di terzi. Analizzo come questo avvenga attraverso due meccanismi principali: top-down, dove i media influenzano la nostra percezione selezionando le notizie, e bottom-up, dove ci auto-radicalizziamo cercando informazioni su piattaforme come Google. Discutiamo delle implicazioni di questo fenomeno su vari temi sociali e politici e delle difficoltà legate ai pattern di deradicalizzazione.