682. Niente hacker: il disastro e #leak di INPS spiegato bene...

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 01.04.2020

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In questa Puntata

Il portale dell'Inps ha subito un grave malfunzionamento durante l'accesso per la richiesta del bonus da 600 euro, causando un data leak massiccio. Gli utenti hanno riscontrato problemi di accesso e visualizzato dati personali di altri individui, sollevando preoccupazioni sulla gestione della privacy e sulla sicurezza dei dati. Le implicazioni legali secondo il GDPR richiedono notifiche rapide al garante della privacy e agli utenti coinvolti.
Recentemente, il portale dell'Inps ha affrontato un caos senza precedenti. Il mio commercialista mi ha offerto di gestire la pratica dei 600 euro, ma ho rifiutato, consapevole di non averne bisogno. La situazione è stata esplosiva: persone con redditi elevati hanno cercato di ottenere il bonus, mentre il sito dell'Inps collassava sotto il peso delle richieste. Il problema principale è stato l'incapacità del sito di gestire il traffico, nonostante fosse noto che le risorse non sarebbero state sufficienti per coprire tutte le domande.

Il disastro si è aggravato quando gli utenti hanno iniziato a vedere dati personali di altre persone. Questo è stato causato da un errore tecnico legato alla cache, che ha permesso di memorizzare e mostrare le pagine di utenti autenticati ad altri utenti. Questo tipo di errore ha esposto dati sensibili, configurando un vero e proprio data leak.

Con l'avvocato Massimo Simbola, esperto di nuove tecnologie, abbiamo discusso le implicazioni legali di questo incidente. Secondo il GDPR, una violazione dei dati personali, come quella avvenuta, richiede una notifica al garante della privacy entro 72 ore e, se necessario, agli utenti coinvolti. Le sanzioni per la mancata conformità possono arrivare fino a 20 milioni di euro.

Abbiamo anche esplorato le responsabilità della pubblica amministrazione e la possibilità di rivalsa contro i dirigenti responsabili. Tuttavia, è probabile che, in ultima analisi, siano i contribuenti a pagare le sanzioni. Simbola ha sottolineato l'importanza di un approccio più politico che tecnico per evitare tali situazioni in futuro.

Infine, abbiamo discusso delle responsabilità degli utenti che hanno condiviso online i dati sensibili trovati, aggravando la situazione. È fondamentale che la società civile collabori per proteggere i dati personali, evitando di diffondere ulteriormente le informazioni compromesse.

🎙️ Ospite: Massimo Simbola, avvocato esperto di nuove tecnologie.