La polizia del Minnesota usa il Contact Tracing in USA per tracciare i manifestanti? Sì, ma..

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 01.06.2020

Copertina del video: 721. La polizia del Minnesota usa il Contact Tracing in USA per tracciare i manifestanti? Sì, ma..

I contenuti dell'Episodio #721

In questa puntata di "Ciao Internet", affronto un tema scottante e attuale: l'uso del contact tracing da parte della polizia del Minnesota per identificare i manifestanti nelle proteste legate al caso di George Floyd. Esploro le differenze tra contact tracing ed exposure notification, chiarendo i malintesi sull'uso delle app di tracciamento. Analizzo le implicazioni di privacy e controllo politico, discutendo le richieste dei governi europei per un maggiore accesso ai dati decentralizzati. Infine, rifletto sul ruolo delle media company nella protezione delle nostre libertà e sull'importanza di non cedere alla pressione di aprire troppo l'accesso ai dati.
Ciao internet, oggi ci troviamo di fronte a una notizia significativa: la polizia del Minnesota ha iniziato a utilizzare il contact tracing per identificare i partecipanti alle proteste contro l'abuso di potere nel caso di George Floyd. Questo solleva immediatamente la questione se il contact tracing sia uno strumento di controllo politico. Tuttavia, è importante fare chiarezza: non si tratta dell'app di exposure notification che molti potrebbero immaginare. L'exposure notification avvisa se siamo stati in prossimità di una persona positiva, mentre il contact tracing tradizionale è un metodo più antico, usato da decenni, che coinvolge l'identificazione manuale dei contatti tramite interviste e comunicazioni dirette.

In Minnesota, non esiste un'app di questo tipo, quindi la preoccupazione riguardo all'uso invasivo della tecnologia è infondata in questo caso specifico. Tuttavia, una questione correlata emerge da una recente notizia pubblicata dal Washington Post, secondo cui i governi europei richiedono maggiore flessibilità nell'uso dei dati decentralizzati generati dalle applicazioni di tracciamento. Questo perché Apple e Google hanno imposto limitazioni significative, rendendo difficile per i governi l'uso non autorizzato dei dati senza il consenso degli utenti.

La decentralizzazione dei dati rappresenta una protezione per la privacy degli utenti, impedendo che i dati vengano centralizzati e potenzialmente utilizzati per scopi diversi da quelli dichiarati. È fondamentale ricordare che, per quanto limitate, queste protezioni sono essenziali per evitare che i dati vengano sfruttati da governi che potrebbero abusarne. La vera sicurezza dei dati risiede nel non possederli affatto in un database accessibile a terzi.

Questa situazione evidenzia un cambiamento preoccupante: le media company stanno diventando le vere garanti della nostra libertà, in contrasto con i governi che dovrebbero proteggerci. È un chiaro segnale del passaggio verso una società del controllo, come descritto da Shoshana Zuboff e altri. Senza le voci critiche che si oppongono all'abuso di dati, rischiamo di cadere in una sorveglianza statale eccessiva.

In conclusione, mentre l'app Immuni e simili non consentirebbero in alcun modo alla polizia di monitorare i cittadini, i dati potrebbero comunque risultare utili per scopi come il contact tracing. Dobbiamo rimanere vigili e assicurarci che le piattaforme tecnologiche non cedano alle pressioni governative per maggiore accesso ai dati. La protezione della nostra privacy dipende dalla limitazione dell'accesso ai dati, tenendoli fuori da database centralizzati che potrebbero essere sfruttati.

Spero che questo episodio vi abbia fornito spunti di riflessione sulla realtà attuale. Vi invito a iscrivervi al mio canale YouTube o alla pagina Facebook, attivare le notifiche per restare aggiornati sui futuri episodi, o unirvi al mio canale Telegram e alla newsletter su www.matteoflora.com. Grazie per avermi ascoltato, come sempre: estote parati.