Quelle stronze delle madri ed il concetto di Realtà

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 30.06.2020

Copertina del video: 739. Quelle stronze delle madri ed il concetto di Realtà

I contenuti dell'Episodio #739

In questa puntata di "Ciao Internet", affronto un tema che mi sta particolarmente a cuore: il ruolo delle parole e delle narrazioni nella costruzione sociale della realtà. Prendendo spunto da un tragico fatto di cronaca, rifletto su come il linguaggio e la rappresentazione mediatica possano influenzare il modo in cui percepiamo gli eventi e le persone coinvolte. Discutiamo del costruttivismo linguistico, dello stigma legato alla malattia mentale e del potere dei media nel plasmare la nostra comprensione della società.
Benvenuti in un nuovo episodio di "Ciao Internet". Oggi voglio parlarvi di un tema che mi coinvolge profondamente e che ha risvolti importanti sul nostro modo di percepire la realtà: il costruttivismo linguistico. Partiamo da un tragico episodio di cronaca accaduto recentemente, un dramma familiare che ha visto un padre uccidere i suoi due figli. Questo evento mi ha colpito non solo per la sua gravità, ma anche per come è stato raccontato dai media.

La scelta delle parole, le immagini mentali evocate dai titoli e dagli articoli, tutto concorre a costruire una narrativa che può influenzare il nostro pensiero e le nostre emozioni. Non è un caso che esistano linee guida specifiche per trattare argomenti delicati come il suicidio, perché il modo in cui se ne parla può avere un impatto diretto sul numero di casi. Allo stesso modo, vedere un attentatore descritto come un eroe o sentir ripetere ossessivamente il suo nome può spingere altri a emulare tali gesti.

Nel caso di questo tragico evento, sono rimasto sconcertato dalla narrazione offerta dai giornali. Titoli come "Il dramma dei papà separati" o "La difficile separazione ha causato la tragedia" non fanno altro che incolpare la donna, la madre, per la decisione di separarsi. Si dipinge l'uomo come una vittima delle circostanze, ignorando il ruolo del disagio mentale e la mancanza di supporto che potrebbe aver contribuito a questo gesto estremo.

È fondamentale discutere dello stigma associato alla malattia mentale, un problema che spesso impedisce alle persone di chiedere aiuto. Dobbiamo riconoscere che il suicidio o atti estremi di violenza sono spesso l'ultimo stadio di un disagio che si protrae da anni. La società, e in particolare i media, hanno la responsabilità di raccontare queste storie in modo che non si ricada nella colpevolizzazione facile e che si possa promuovere una cultura del supporto e della comprensione.

D'altra parte, il tema costruttivista ci invita a riflettere su come la narrazione influisca sulla realtà condivisa. Imputare colpe in modo superficiale e partigiano non solo distorce la realtà, ma rischia di legittimare comportamenti simili in futuro. La costruzione di una società migliore passa attraverso narrazioni più equilibrate e responsabili, che riconoscano la complessità delle situazioni senza cadere in facili stereotipi.

Questa puntata è un invito a riflettere su come possiamo contribuire a una società più sana, partendo dal modo in cui parliamo e raccontiamo gli eventi che ci circondano. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi: sto esagerando o c'è qualcosa di vero in queste riflessioni? Vi invito a condividere i vostri pensieri e a continuare questa conversazione importante.