Quando l'FBI chiede la tua voce ad Alexa

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 12.01.2017

Copertina del video: 76. Quando l'FBI chiede la tua voce ad Alexa

I contenuti dell'Episodio #76

In questo episodio di "Ciao Internet", esploro il tema della privacy e della tecnologia, concentrandomi sui dispositivi smart come Alexa di Amazon. Racconto di un caso in cui l'FBI ha richiesto i dati registrati da un dispositivo Alexa in una casa sospettata di omicidio. Rifletto sulle implicazioni di privacy di questi dispositivi e discuto su quanto questi dati possano essere accessibili e utilizzati in contesti legali. Concludo con un consiglio prudente sull'uso di tali tecnologie.
Ciao Internet! Oggi voglio parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore: i dispositivi smart che ci ascoltano. Forse avete sentito parlare della notizia di una bambina che, usando Alexa, il sistema di Amazon simile a Siri, ha ordinato dei prodotti senza l'intenzione dei genitori. Questo episodio parte da lì, ma si addentra in un caso ancora più complesso e che potrebbe avere conseguenze significative per tutti noi.

Recentemente, l'FBI ha chiesto ad Amazon di fornire tutti i dati registrati da un dispositivo Alexa trovato in una casa coinvolta in un caso di omicidio. È una situazione interessante perché ci fa riflettere su cosa questi dispositivi registrano veramente e quando. Solitamente, il processo di riconoscimento vocale non avviene completamente sul dispositivo. Questi non sono abbastanza potenti per un'analisi complessa, quindi l'audio viene inviato a server esterni che elaborano i dati, interpretano i comandi e restituiscono i risultati. Questo significa che i nostri dati vocali potrebbero essere memorizzati altrove, sollevando questioni importanti sulla nostra privacy.

Le policy di privacy di servizi come Siri, Google Now e Alexa sono piuttosto rigide, ma non possiamo ancora sapere fino a che punto si può spingere la legge per ottenere questi dati. Immaginate cosa significherebbe scoprire che tutte le nostre conversazioni sono archiviate su un server. Sarebbe un grande disincentivo a tenere questi dispositivi nelle nostre case. Chi vorrebbe uno spione connesso alla rete, capace di ascoltarci 24 ore su 24?

È davvero un argomento che merita attenzione e continuerò a seguirne gli sviluppi. Per ora, il mio consiglio è quello di essere sempre prudenti. Grazie mille per avermi seguito in questo viaggio digitale. Io sono Matteo Flora e vi invito a trascorrere una pausa caffè con me seguendo la mia pagina Facebook o il canale YouTube. Come sempre, e sto te parati.