Ciao Internet! Oggi ho deciso di affrontare un tema caldo: l'app Immuni. Durante il weekend, mentre ero intento a testare la mia nuova Tesla, ho seguito un thread su Twitter iniziato da una news di Alessandro Longo, un giornalista che molti di voi conosceranno. Il tweet, che riportava i dati sui download di Immuni, è diventato il pretesto per una vera e propria fiera del ritardo cognitivo.
Immuni ha superato gli 8 milioni di download, con un milione di installazioni in soli cinque giorni. Tuttavia, quello che dovrebbe essere un dato di pubblica utilità si è trasformato in un campo di battaglia ideologico. Usare o meno Immuni è diventato identitario, al pari di indossare una mascherina durante la pandemia. La discussione è stata invasa da commenti bizzarri e spesso disinformati, che vanno dal sospetto che i download siano frutto di complotti, a insulti gratuiti verso chiunque sostenga l'uso dell'app.
Questa dissonanza cognitiva è sintomatica dei tempi in cui viviamo, dove le notizie vengono distorte per sostenere una narrazione identitaria personale, indipendentemente dalla realtà dei fatti. In un'epoca di fake news, è importante ricordare che la verità viene spesso sacrificata sull'altare dell'opinione personale.
Eppure, ci sono critiche legittime da fare. Per esempio, il governo italiano non ha reso pubblici i dati sugli utenti attivi di Immuni, rendendo i numeri dei download poco significativi. Come sottolineato da Paolo Attivissimo, festeggiare i download senza considerare le installazioni attive è pura propaganda. In Svizzera, al contrario, il governo fornisce regolarmente dati aggiornati su quanti utenti hanno l'app attiva, un esempio che dovremmo seguire.
Inoltre, c'è da discutere sulla commistione tra giornalismo e promozione di Immuni. Alcuni giornalisti sono diventati influencer per l'app, un ruolo che dovrebbe essere tenuto separato dal loro lavoro di informazione super partes. Ci sono anche questioni tecniche da affrontare, come il funzionamento di Immuni sui mezzi pubblici o in contesti abitativi densi.
Nonostante tutte queste problematiche, continuo a credere che l'uso di Immuni abbia senso. È uno strato di protezione in più, accanto a mascherine e distanziamento sociale, che potrebbe aiutarci a evitare un nuovo lockdown. E voi, cosa ne pensate? Fatemi sapere, ma tenete presente che cancellerò i commenti offensivi o privi di argomentazioni valide.
Come sempre, vi ringrazio per l'ascolto. Continuate a seguirmi su tutte le piattaforme e ricordatevi di restare parati. Buona settimana a tutti!

I contenuti dell'Episodio #771
In questa puntata di "Ciao Internet", esploro il tema dell'app Immuni e come una semplice notizia sui suoi download sia diventata motivo di polarizzazione e disinformazione. Attraverso una serie di esempi di commenti trovati online, discuto la dissonanza cognitiva che trasforma dati oggettivi in battaglie identitarie. Analizzo anche le critiche legittime all'applicazione e alla gestione della comunicazione da parte del governo italiano.