Ho deciso di affrontare il tema di Immuni, un'applicazione che ha recentemente superato 8 milioni di download, con un milione aggiuntivo in soli cinque giorni. Questo dato, riportato da Alessandro Longo, giornalista di Repubblica, ha scatenato una serie di reazioni polarizzate sui social media. Immuni è diventato un argomento identitario, dove l'uso o meno dell'app è visto come una dichiarazione di intelligenza o idiozia, simile al dibattito sull'uso della mascherina.
Molti utenti hanno reagito con commenti esagerati e privi di logica, accusando di falsità i dati ufficiali senza verificare le fonti. Ad esempio, c'è chi sostiene che i download siano tutti provenienti dal Pakistan, ignorando che l'app è scaricabile solo tramite l'App Store italiano. Questo tipo di dissonanza cognitiva riflette un problema più ampio di come le notizie vengano utilizzate per sostenere narrazioni personali, indipendentemente dalla veridicità.
Tuttavia, ci sono critiche valide da considerare. Il governo italiano ha scelto di comunicare solo il numero di installazioni, senza fornire dati sugli utenti attivi, che sarebbero più significativi per valutare l'efficacia dell'app. Paolo Attivissimo ha sottolineato che il numero di download è privo di senso senza il contesto delle installazioni attive, come avviene in Svizzera, dove tali dati vengono aggiornati quotidianamente.
Inoltre, c'è il problema della commistione tra giornalismo e promozione, con alcuni giornalisti trasformati in influencer per l'app. Questo solleva questioni etiche sul ruolo dei media e sulla trasparenza delle informazioni fornite. Infine, ci sono dubbi sui limiti tecnici dell'app, come la sua efficacia sui mezzi pubblici o in contesti con molte persone vicine.
Nonostante queste critiche, credo che Immuni possa essere uno strumento utile, uno dei tanti livelli di difesa contro la pandemia, insieme al distanziamento sociale e all'uso delle mascherine. Personalmente, continuo a utilizzare l'app come parte delle mie precauzioni quotidiane.
In questa Puntata
L'episodio esplora la polarizzazione e la disinformazione intorno all'app Immuni, evidenziando come un semplice dato sui download sia diventato un tema identitario e controverso. Vengono analizzate le critiche legittime e le reazioni esagerate, con un focus sulla necessità di dati più significativi e trasparenza da parte delle istituzioni.