Benvenuti a un nuovo episodio di "Ciao Internet". Oggi affrontiamo un argomento di cruciale importanza: il passaporto vaccinale. Accanto a me c'è Guido Scorza, avvocato e membro del garante della privacy. Oggi, senza battute di spirito, ci addentriamo in un tema che mette in luce un interessante scontro tra il garante e il governo.
Il governo ha recentemente approvato un decreto legge che introduce il passaporto vaccinale come strumento per favorire la ripresa delle attività e la libera circolazione. Questo documento, che estende il suo significato al concetto di passaporto di immunità, richiede l'esibizione di un certificato che attesti la vaccinazione, la guarigione dal Covid-19, o un test negativo nelle ultime 48 ore. Tuttavia, il decreto è stato approvato senza chiedere il parere del garante, una mancanza di metodo significativa.
Approfondiamo questo punto: il GDPR europeo prevede che il governo si consulti con il garante prima di adottare trattamenti di dati personali, ma ciò non è avvenuto. Questa omissione non è solo formale, ma sostanziale, poiché ha portato a un decreto che non chiarisce chi gestirà i dati sanitari di milioni di cittadini italiani e quali informazioni verranno incluse nel certificato verde.
È preoccupante che il decreto imponga la raccolta di dati eccessivi, come il tipo di vaccino somministrato e le date di guarigione dal Covid-19, violando il principio di minimizzazione previsto dal GDPR. Questo principio stabilisce che si debbano trattare solo i dati strettamente necessari. Io, Matteo, mi sono trovato a riflettere su come queste informazioni siano già disponibili nei database sanitari e non sia necessario replicarle.
Il garante ha emesso un avvertimento al governo, sottolineando che il trattamento dei dati così come previsto dal decreto potrebbe essere illecito. È importante ricordare che il garante non è un ostacolo, ma una guida su come proteggere i diritti dei cittadini.
In chiusura, discutiamo su come risolvere la situazione. Sarebbe sufficiente redigere un DPCM che specifichi chi gestirà i dati, dove saranno conservati e quali informazioni saranno effettivamente necessarie. È un lavoro che può essere fatto in breve tempo per rispettare la privacy senza ostacolare la ripresa.
Spero che questo episodio contribuisca a una maggiore consapevolezza sul tema e che, presto, possiamo dire che queste preoccupazioni sono state affrontate e risolte. Grazie per l'ascolto e ci vediamo al prossimo episodio.

I contenuti dell'Episodio #841
In questo episodio di "Ciao Internet", affrontiamo un tema serio e di grande attualità: il passaporto vaccinale. Insieme all'avvocato Guido Scorza, membro del garante della privacy, esaminiamo il decreto legge che il governo ha approvato e discutiamo delle implicazioni legate alla privacy e alla gestione dei dati personali. Parliamo delle mancanze nel coinvolgimento del garante e delle criticità legate alla minimizzazione dei dati, cercando di capire come queste decisioni possano influire sul diritto alla privacy dei cittadini.