In questo episodio, io e Guido Scorza esploriamo il tema della monetizzazione nei social media, partendo dall'introduzione di Twitter di un modello a pagamento per alcune funzionalità. Twitter ha implementato una nuova versione della piattaforma che consente, tra le altre cose, la modifica dei messaggi per un periodo limitato, disponibile al costo di 36 dollari all'anno. Questo modello trasparente di pagamento in denaro viene confrontato con il modello di Facebook, che è al centro di una controversia legale. Il Consiglio di Stato ha recentemente confermato una decisione dell'antitrust del 2018, che stabilisce che Facebook non può definirsi "gratuito", poiché gli utenti pagano il servizio con i loro dati personali.
Discutiamo di come i dati personali siano diventati una forma di valuta nel mercato digitale, e di come questa dinamica sia stata riconosciuta anche legalmente. Tuttavia, ci interroghiamo sulla correttezza di considerare i dati personali come l'equivalente di denaro. Guido esprime dubbi sulla trasparenza del pagamento in dati, sottolineando che molti utenti non comprendono pienamente il valore dei loro dati e le implicazioni della loro cessione. La discussione si amplia al modello economico dei social media, che si basa sull'attenzione e il tempo degli utenti, e su come questo tempo sia sfruttato commercialmente dalle piattaforme.
Approfondiamo anche le implicazioni etiche e legali di un'eventuale monetizzazione diretta dei dati personali, considerando il rischio di disuguaglianze e di una privacy più protetta per chi ha maggiori possibilità economiche. Riflettiamo su come una maggiore trasparenza e una possibile redistribuzione del valore generato dai dati potrebbero cambiare il panorama attuale. Infine, ci chiediamo se un modello di social network che retribuisca direttamente gli utenti per i loro dati potrebbe essere sostenibile e quale impatto avrebbe sulla privacy e sui diritti fondamentali.

In questa Puntata
Twitter introduce un modello a pagamento per alcune funzionalità, mentre Facebook è al centro di una controversia legale riguardante la sua definizione di servizio gratuito. Il Consiglio di Stato conferma che Facebook non può considerarsi gratuito poiché gli utenti pagano con i loro dati personali. La discussione si concentra sulla sostenibilità economica dei social media, sul valore dei dati personali come moneta di scambio e sulle implicazioni etiche e legali di questi modelli di business.