I Gruppi whatsapp delle mamme e delle Scuole: quale Privcy e quali Regole?

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 26.04.2022

Copertina del video: 995. I Gruppi whatsapp delle mamme e delle Scuole: quale Privcy e quali Regole?

I contenuti dell'Episodio #995

In questo episodio di "Ciao Internet", ho avuto il piacere di confrontarmi con Guido Scorza, membro del collegio del garante, su un tema che coinvolge molti di noi: i gruppi WhatsApp delle mamme, ma non solo. Abbiamo esplorato le questioni legate alla privacy, alla responsabilità e all'uso corretto di questi canali di comunicazione, sia in ambito scolastico che lavorativo. È stata una chiacchierata ricca di spunti e chiarimenti, ideale per chiunque voglia comprendere meglio i confini e le regole di queste interazioni digitali.
Inizio la puntata con un saluto a Guido, felice di ritrovarci dopo una pausa. Nonostante la mancanza di vacanze, ci immergiamo subito nel tema del giorno: i gruppi WhatsApp delle mamme, un argomento che ha suscitato parecchie domande da parte degli ascoltatori. Questi gruppi, sebbene spesso siano associati alle mamme, includono anche papà e altre figure genitoriali, ma la dinamica resta la stessa.

La prima domanda che affronto con Guido riguarda la privacy delle conversazioni su WhatsApp e Telegram. Guido chiarisce che, teoricamente, se i gruppi sono chiusi e destinati a usi privati, come quelli tra genitori di una classe, il GDPR non si applica. Tuttavia, se i contenuti vengono pubblicati online, le regole cambiano: il genitore che diffonde i dati diventa un titolare del trattamento e deve rispettare le normative sulla privacy.

Proseguendo, discutiamo cosa accade se i gruppi vengono creati dai rappresentanti di classe o dagli insegnanti. In questi casi, l'istituto diventa il titolare del trattamento e deve fornire un'informativa e raccogliere il consenso dei partecipanti, identificando una base giuridica per l'uso di questi canali. La conversazione si estende anche all'uso di gruppi in ambito aziendale e associativo, dove le stesse regole si applicano.

Un'altra questione scottante è la responsabilità per i contenuti pubblicati nei gruppi. Guido sottolinea che ogni individuo è responsabile delle proprie azioni online, proprio come nella vita reale. Pubblicare contenuti diffamatori o illeciti all'interno di un gruppo, o diffonderli al di fuori, comporta conseguenze legali. Inoltre, l'amministratore del gruppo potrebbe essere ritenuto responsabile per non aver impedito tali azioni.

Affrontiamo anche la questione della diffamazione, discutendo se dare della "cretina" a un insegnante in un gruppo sia considerato tale. Guido spiega che molto dipende dal contesto e dalla confidenza tra i membri del gruppo. Tuttavia, in generale, offendere un insegnante in un gruppo di genitori può essere considerato diffamazione.

In merito alla condivisione di contenuti, ribadisce che ciò che è privato deve restare tale, a meno che non ci sia un consenso esplicito alla diffusione. Questo mette in guardia chi pensa di poter liberamente condividere screenshot di conversazioni private.

Infine, discutiamo la possibilità per scuole e aziende di utilizzare ufficialmente WhatsApp o Telegram e se possano obbligare i partecipanti a unirsi a questi gruppi. Guido chiarisce che, pur essendo possibile, dovrebbe esserci un'alternativa per chi non vuole condividere i propri dati con fornitori terzi come Meta o Telegram.

Chiudiamo l'episodio con un invito agli ascoltatori a continuare a inviarci domande per future discussioni. Ringrazio Guido per il suo contributo e ci diamo appuntamento alla prossima settimana per un'altra puntata ricca di informazioni utili.