Partiamo con la campagna "Open to Meraviglia", promossa da Enit e dal Ministero del Turismo, che ha visto un investimento totale di 9 milioni di euro. È importante chiarire che questa cifra non rappresenta il costo della creatività, ma l'intero investimento, inclusi gli spazi pubblicitari. La campagna mira a rilanciare l'immagine dell'Italia nel mondo attraverso la figura della Venere di Botticelli, trasformata in un'influencer virtuale. Tuttavia, la realizzazione ha sollevato molte critiche, e non per la creatività, che può piacere o meno, ma per una serie di errori e superficialità che non ci si aspetta a questo livello.
Uno dei primi problemi emersi riguarda il video promozionale, che è stato ritirato dopo la pubblicazione. Le immagini utilizzate non erano girate in Italia, ma erano spezzoni di stock video, alcuni dei quali provenienti dalla Slovenia. Questo errore è stato segnalato da Selvaggia Lucarelli e altri, che hanno evidenziato come il video non rappresentasse realmente l'Italia. Inoltre, la figura della Venere è stata creata utilizzando immagini e video di archivio, con risultati che appaiono posticci.
Anche la gestione degli account social ha lasciato a desiderare. Ad esempio, il profilo Instagram ufficiale è stato accusato di avere molti follower fasulli, una questione sollevata da Jacopo Melio. Inoltre, non sono stati registrati i nomi degli account sulle varie piattaforme social, il che ha permesso a terzi di appropriarsene, creando situazioni imbarazzanti.
Il sito web della campagna, Italia.it, ha presentato ulteriori problemi, come la mancanza di accessibilità e la presenza di numerosi traccianti non dichiarati nella privacy policy. Le traduzioni automatiche delle località italiane hanno generato errori ridicoli, che sono stati ampiamente derisi. Anche la gestione tecnica del sito è stata criticata per la sua superficialità.
La risposta di Armando Testa alle critiche è stata percepita come puerile, cercando di giustificare gli errori come parte di un processo creativo ancora in corso. Tuttavia, questa giustificazione non è stata ritenuta convincente, poiché la campagna era stata lanciata ufficialmente. La reazione internazionale è stata altrettanto critica, con media come il Guardian e la CNN che hanno ridicolizzato la campagna.
Infine, rifletto sul concetto di pubblicità e promozione. La cattiva pubblicità non sempre porta benefici, soprattutto quando si tratta di promuovere un'intera nazione. La popolarità fine a sé stessa non genera consenso né desiderio, elementi essenziali per una promozione efficace. Invito Armando Testa a sfruttare le critiche come opportunità per migliorare la campagna, facendo un lavoro più accurato e rappresentativo dell'Italia.

I contenuti dell'Episodio #1140
In questo episodio di "Ciao Internet", esploro la controversa campagna "Open to Meraviglia" lanciata da Enit in collaborazione con il Ministero del Turismo e l'agenzia Armando Testa. Con un investimento di 9 milioni di euro, la campagna intende promuovere l'Italia all'estero utilizzando la Venere di Botticelli come influencer virtuale. Tuttavia, la realizzazione è stata segnata da numerosi errori e superficialità, che hanno attirato critiche sia in Italia che all'estero. Analizzo questi errori, discuto la gestione della crisi e offro uno sguardo critico sul significato di promozione e consenso.