Open To Meraviglia e Cringe: l'analisi dei tanti, troppi errori, di una campagna che svilisce #1140

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 27.04.2023

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La campagna "Open to Meraviglia", promossa da Enit e dal Ministero del Turismo, ha suscitato polemiche per l'uso di stock video non italiani e per errori nella gestione dei contenuti digitali. L'investimento di 9 milioni di euro è stato criticato per la superficialità e la mancanza di cura nella rappresentazione dell'Italia, con ripercussioni negative anche a livello internazionale.
Ho analizzato la campagna "Open to Meraviglia", lanciata da Enit e dal Ministero del Turismo, con un investimento di 9 milioni di euro. L'obiettivo era rilanciare l'immagine dell'Italia nel mondo, utilizzando la Venere di Botticelli come influencer virtuale. Tuttavia, la realizzazione ha mostrato numerosi errori e superficialità.

Il video principale, sparito dai social, era composto interamente da stock video, alcuni dei quali nemmeno italiani, come una cantina slovena. La Venere stessa è stata creata con immagini di archivio e outfit non originali. Inoltre, il claim "Open to Meraviglia" ha suscitato critiche per la sua cacofonia e mancanza di originalità, ricordando campagne precedenti di altri paesi.

Il sito web della campagna, Italia.it, ha mostrato gravi problemi di accessibilità e privacy. Le immagini utilizzate erano di bassa qualità, trasmesse via WhatsApp, e il sito era pieno di traccianti non dichiarati nella privacy policy. Inoltre, le traduzioni automatiche hanno generato errori comici, come "camerino" tradotto in "wardrobe" e "brindisi" in "toast".

La gestione dei social media è stata altrettanto problematica. Molti account non erano stati registrati, permettendo a terzi di appropriarsene, e l'account Instagram ha visto un incremento sospetto di follower fake. La mancanza di una strategia di brand protection ha esposto la campagna a ulteriori critiche.

A livello internazionale, la campagna è stata ridicolizzata da testate come il Guardian e la CNN per l'uso di immagini non italiane. La risposta di Armando Testa, l'agenzia creativa, è stata di difendere la campagna come un successo per aver generato dibattito, ma la percezione generale è di un imbarazzante spreco di fondi pubblici.

In conclusione, la campagna "Open to Meraviglia" rappresenta un esempio di come la superficialità e la mancanza di attenzione ai dettagli possano compromettere l'immagine di un intero paese. È un invito a riflettere sulla necessità di una comunicazione più attenta e rispettosa del patrimonio culturale italiano.