Referendum: il grande sconfitto è Twitter

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 22.09.2020

Copertina del video: 765. Referendum: il grande sconfitto è Twitter

I contenuti dell'Episodio #765

In questa puntata di Ciao Internet, affronto un tema caldo e complesso: l'impatto di Twitter sul recente referendum. Analizzo i dati raccolti da oltre mezzo milione di tweet per capire se davvero Twitter ha perso la sua influenza politica, oppure se continua a giocare un ruolo fondamentale nel plasmare le opinioni e la percezione pubblica, soprattutto tra i media e i politici. Con l'aiuto di strumenti avanzati di analisi, esploro le dinamiche di polarizzazione e l'importanza di Twitter come strumento di comunicazione e dissuasione.
Ciao Internet, oggi voglio parlarvi di Twitter e del suo ruolo nel recente referendum. È stato un tema di grande interesse per chi mi segue sui social, e oggi voglio condividere con voi un'analisi approfondita dei dati raccolti su questa piattaforma. Abbiamo visto che una grande maggioranza dei tweet espressi sul voto si è orientata verso il no, con oltre 435.000 tweet da parte di 40.000 utenti unici, rispetto ai 131.000 tweet per il sì da 10.000 autori unici. Questo cosa ci dice?

Ho utilizzato le potenti risorse di The Fool per monitorare le conversazioni su Twitter, analizzando gli hashtag principali legati al sì e al no. La dashboard che uso per il mio lavoro ci ha mostrato una chiara progressione dei tweet nel corso delle settimane, con un particolare picco di attività per il sì nelle ultime settimane di campagna. Interessante notare come i tweet per il sì siano stati più spesso legati a slogan di campagna, mentre il no ha presentato argomentazioni più articolate e critiche.

Abbiamo scoperto che la polarizzazione su Twitter è stata significativa, con attori politici come Luigi Di Maio e altri che hanno giocato un ruolo centrale nel promuovere le loro posizioni. Gli utenti più attivi, spesso con pochi follower, hanno prodotto un enorme volume di contenuti, una strategia che solleva dubbi sulla legittimità di tali interazioni.

Demograficamente, la maggioranza degli utenti che hanno twittato sul referendum si dichiara maschile, sia per il sì che per il no. Tuttavia, ciò che emerge chiaramente è che Twitter, nonostante la sua limitata rappresentatività, rimane un potente strumento di influenza. I media e i politici vi si affidano per diffondere messaggi e influenzare l'opinione pubblica.

Twitter non è inutile per la politica, anzi, continua a essere fondamentale per lo storytelling e la comunicazione strategica. È un mezzo rapido per influenzare i media e i loro operatori, creando una percezione della realtà che può differire dalla verità oggettiva. Questo effetto, noto come bandwagon effect, ci mostra quanto sia importante presidiare piattaforme come Twitter per spostare le opinioni e influenzare le decisioni.

In conclusione, Twitter rappresenta una bolla, ma una bolla che conta, specialmente per chi opera nei media. Vi invito a riflettere su queste dinamiche e a condividere le vostre opinioni con me. Vi sono mancati questi tipi di analisi? Fatemi sapere se apprezzate questa nuova modalità più veloce di raccontare le polarizzazioni. Io sono Matteo Flora, e continuerò a farvi compagnia con Ciao Internet, esplorando algoritmi per macchine e umani.