La situazione in Ucraina è drammatica, con città come Kherson e Mariupol sotto controllo russo e bombardamenti che colpiscono anche infrastrutture civili e universitarie. In questo contesto, l'informazione diventa cruciale. L'Unione Europea ha preso una posizione forte vietando i media russi come Russia Today e Sputnik, mentre i giganti dei social network come Google e Facebook hanno rimosso i media di propaganda russa e cinese dalle loro piattaforme. Questo è un cambio di paradigma, in cui l'Europa si muove compatta per la prima volta, influenzando le azioni delle piattaforme digitali.
La propaganda non è un fenomeno nuovo, ma in questo conflitto si manifesta con una potenza inedita grazie alla morte dei gatekeeper tradizionali come la stampa e all'infodemia, che disorienta il pubblico con un sovraccarico di informazioni. Questi fenomeni hanno creato un terreno fertile per la propaganda, che sfrutta tecniche storiche in un contesto digitale. La propaganda si manifesta anche attraverso i social network, dove la disinformazione si diffonde rapidamente.
Telegram, con la sua struttura resiliente e la sua politica di non censura, è diventato un canale privilegiato per la disinformazione, utilizzato da gruppi estremisti e per la diffusione di notizie false. TikTok, invece, ha visto un uso particolare durante il conflitto, con contenuti che vanno da istruzioni su come utilizzare equipaggiamenti militari russi a propaganda pro-Ucraina, influenzando in particolare i giovani.
Sul fronte della cyber security, Anonymous e altri gruppi hanno attaccato siti governativi russi, mentre l'Italia si prepara a possibili attacchi informatici, nonostante la sua buona preparazione in materia di sicurezza informatica. La situazione è complessa e in continua evoluzione, con la cyber security che diventa un campo di battaglia parallelo a quello fisico.
🎙️ Ospite: Matteo Flora, esperto di hacking e comunicazione, docente universitario.
In questa Puntata
La guerra in Ucraina ha scatenato una battaglia parallela sul fronte della comunicazione e della disinformazione. Dalla mossa dell'Unione Europea di bandire i media russi, all'uso dei social network come strumenti di propaganda, fino al ruolo di piattaforme come Telegram e TikTok, la guerra dell'informazione si intreccia con quella sul campo. La cyber security diventa cruciale, con gruppi come Anonymous che attaccano infrastrutture digitali russe, mentre l'Italia si prepara a possibili attacchi informatici in risposta al suo coinvolgimento nel conflitto.