Foodinho (Glovo), multa da 5 milioni: rider geolocalizzati anche fuori dall’orario di lavoro

Garantismi su Ciao Internet con Matteo Flora del 27.11.2024

Copertina del video: Foodinho (Glovo), multa da 5 milioni: rider geolocalizzati anche fuori dall’orario di lavoro

I contenuti dell'Episodio #GA-118

Ciao a tutti, sono Matteo Flora e in questa puntata di "Ciao Internet" discutiamo di un caso emblematico nel mondo del food delivery. Parliamo delle recenti sanzioni inflitte a Foodigno, parte del gruppo Glovo, per violazioni delle normative GDPR. Con me, Guido, un esperto nel campo, che ci aiuta a scoprire le falle di sistema e gli errori di trasparenza che hanno portato a una multa di 5 milioni di euro. Analizziamo insieme tutte le problematiche legate alla gestione dei dati, alla privacy e all'uso degli algoritmi nelle piattaforme di lavoro.
Benvenuti a un nuovo episodio di "Ciao Internet". Oggi affrontiamo un tema caldo nel mondo della privacy e della tecnologia: le sanzioni contro Foodigno, una piattaforma di food delivery del gruppo Glovo, che è stata multata per 5 milioni di euro, dopo una prima sanzione di oltre 2 milioni. Mi accompagna Guido, un esperto in materia, per esplorare le ragioni di queste multe e le implicazioni più ampie.

Il cuore della questione risiede nelle violazioni dei principi fondamentali del GDPR. Foodigno non ha rispettato il concetto di privacy by design e by default, inviando messaggi automatici inappropriati, come nel caso di un rider deceduto. L'informativa sulla privacy era insufficiente e non chiara, complicando la comprensione da parte degli utenti.

Abbiamo parlato della gestione dei dati personali, inclusi i dati biometrici, trattati senza una base legale chiara, e della geolocalizzazione dei rider, monitorati anche fuori orario senza un'informazione adeguata. La conservazione dei dati avveniva per periodi eccessivamente lunghi e senza giustificazioni, violando i principi di minimizzazione.

Un aspetto critico è la trasparenza. I documenti informativi erano disorganizzati, e la comunicazione degli errori era sistemica. I dati dei rider venivano condivisi con terze parti per scopi di marketing e analisi, senza un'adeguata informazione agli interessati.

Guido sottolinea che, sebbene le pratiche in sé possano essere legali, la mancanza di trasparenza rende impossibile per gli interessati esercitare i loro diritti. L'automazione delle decisioni lavorative, se non gestita correttamente, può privare i lavoratori della possibilità di comprendere e contestare le decisioni che li riguardano.

Infine, discutiamo dell'importanza della privacy by design. Progettare sistemi che rispettino la privacy fin dall'inizio evita costosi adattamenti successivi. Collaborazioni tra ricercatori e autorità possono migliorare la conformità e proteggere i diritti dei lavoratori.

Ringrazio Guido per il suo contributo e vi invito a seguire le nostre future discussioni, inclusa un'intervista con i ricercatori che hanno contribuito alla scoperta delle violazioni di Foodigno. Restate sintonizzati per ulteriori approfondimenti.