OpenAI obbliGata a salvare tutte le chat: addio privacy in Europa? Forse no...

Garantismi su Ciao Internet con Matteo Flora del 13.06.2025

Copertina del video: OpenAI obbliGata a salvare tutte le chat: addio privacy in Europa? Forse no... #127

I contenuti dell'Episodio #GA-127

In questa puntata di Ciao Internet, mi addentro nei complessi meandri legali dell'ultima disputa tra OpenAI, Microsoft e il New York Times. Insieme a Guido Scorza, esploriamo le implicazioni del recente ordine del giudice americano che chiede di conservare tutte le conversazioni, sollevando interrogativi sulla compatibilità con il GDPR europeo. Analizziamo il contesto legale e le sue ramificazioni globali, cercando di capire se e come questo possa influenzare gli utenti europei.
Benvenuti a un'altra puntata di Ciao Internet. Oggi affrontiamo un tema scottante che vede coinvolti OpenAI, Microsoft e il New York Times in una disputa legale che sta facendo discutere il mondo della tecnologia e del diritto. Recentemente, un giudice americano ha ordinato a OpenAI di salvare tutte le conversazioni degli utenti, inclusi quelli non registrati e paganti. Questo solleva una questione fondamentale: come si concilia questa richiesta con le normative europee sulla privacy, in particolare il GDPR?

Insieme a Guido Scorza, iniziamo la nostra discussione cercando di capire le motivazioni dietro l'ordine del giudice. Si tratta di una misura cautelativa, probabilmente per calcolare il danno in una causa che riguarda il diritto d'autore. La corte americana vuole garantire che nessuna prova venga distrutta, poiché queste conversazioni potrebbero essere cruciali per determinare chi ha ragione tra OpenAI e il New York Times.

Tuttavia, questo solleva preoccupazioni sulla compatibilità di tale decisione con le leggi europee. In Europa, gli utenti hanno il diritto di chiedere la cancellazione dei propri dati personali e di non vederli conservati oltre un certo limite di tempo. Quindi, come si colloca questo ordine del giudice americano nel contesto del GDPR? Guido ci guida attraverso i principi del diritto europeo, sottolineando che la misura potrebbe essere legittima se interpretata come una necessità processuale piuttosto che una decisione imprenditoriale di OpenAI.

La discussione diventa più intricata quando consideriamo il perimetro geografico di questo ordine. Gli utenti di tutto il mondo sono coinvolti, e questo include anche quelli europei. La domanda diventa: un giudice americano ha l'autorità di ordinare la conservazione dei dati di utenti europei, e se sì, in che modo questo si allinea con il Privacy Framework che regola il trasferimento dei dati tra Europa e Stati Uniti?

OpenAI, nel frattempo, ha pubblicato delle FAQ per rassicurare gli utenti, affermando che i dati saranno memorizzati in una parte segregata e non verranno utilizzati per altri scopi, come il training degli algoritmi. Tuttavia, l'azienda stessa ammette che l'ordine della corte è in conflitto con il GDPR, sollevando ulteriori dubbi sulla gestione dei dati.

Concludiamo la puntata riflettendo su quanto queste dinamiche siano indicative delle sfide legali che emergono quando le leggi nazionali si scontrano con regolamenti internazionali. La questione non è solo legale, ma anche etica: quali sono i limiti del potere giudiziario di un paese quando si tratta di dati globali? E come possiamo garantire che i diritti degli utenti siano sempre rispettati?