Ciao Internet, oggi vi porto alla seconda parte della nostra analisi sulla propaganda digitale, un tema che sarà fondamentale nelle prossime elezioni italiane. Abbiamo già visto come la propaganda non sia una novità, ma con l'avvento dei social media e delle tecniche di personalizzazione, è diventata estremamente sofisticata. L'obiettivo è semplice: spostare le persone da una parte all'altra, creando una muraglia insormontabile tra diversi gruppi sociali e ideologici.
Durante l'ultima campagna elettorale, sia negli Stati Uniti che qui in Italia, abbiamo assistito alla creazione di account falsi e alla spesa di ingenti somme di denaro per diffondere messaggi polarizzanti. I cosiddetti "dark posts" su Facebook sono un esempio lampante di come si possa manipolare l'opinione pubblica senza che il messaggio sia visibile a tutti. Questo tipo di pubblicità mirata sfrutta la personalizzazione per raggiungere specifici segmenti della popolazione, instillando dubbi o fomentando odio.
Un esempio emblematico è stata la campagna contro Hillary Clinton, dove si sono diffusi messaggi sulla sua presunta inadeguatezza a ricoprire la carica di Presidente, minando la fiducia degli elettori. Dall'altro lato, si è fatto leva su sentimenti di odio verso l'altro, creando divisioni sempre più profonde. Questo non è più solo un sospetto; Facebook stesso ha ammesso di aver identificato almeno 100 mila dollari di pubblicità divisiva.
Ma il problema non si limita agli Stati Uniti. Anche in Italia, le fake news sono ampiamente utilizzate per diffondere odio verso gruppi etnici o politici. La strategia è sempre la stessa: convincere le persone a schierarsi da una parte o dall'altra, sfruttando il fatto che una larga parte della popolazione è composta da analfabeti funzionali, incapaci di comprendere testi complessi.
La manipolazione dell'opinione pubblica non è un'arma equa. È molto più facile instillare sentimenti negativi che positivi. Questo negativity bias è sfruttato abilmente per creare tensioni e divisioni. Gli esempi sono numerosi, come le campagne su Twitter orchestrate da botnet per diffondere hashtag polarizzanti, o i commenti automatici sui social per influenzare il voto nei referendum.
Dobbiamo essere consapevoli di vivere in un mondo dove l'automazione dei processi di consenso è una realtà. È fondamentale trovare un'uscita dalla bolla informativa in cui siamo immersi e non lasciarci ingannare dalle percezioni distorte. Il mio consiglio è di essere sempre pronti a dubitare, perché nelle prossime elezioni politiche vedremo una manipolazione sofisticata delle percezioni, volta a sfruttare i bug del nostro sistema operativo mentale. Grazie per essere stati con me in questa puntata di Ciao Internet, e come sempre, "E sto te parati".

I contenuti dell'Episodio #264
In questa puntata di Ciao Internet, continuo la discussione sulla propaganda digitale, un tema che ritengo cruciale per capire le dinamiche delle prossime elezioni italiane. Approfondisco come la manipolazione delle informazioni e la creazione di divisioni sociali siano diventati strumenti potenti nelle mani di chi cerca di influenzare il voto, utilizzando tecniche avanzate di personalizzazione e fake news. Analizzo esempi concreti e strategie utilizzate, mostrando l'importanza di essere consapevoli e pronti a dubitare delle informazioni che ci vengono presentate.