La Propaganda Buonista della "Bestia" della Sinistra

Ciao Internet su Ciao Internet con Matteo Flora del 25.07.2020

Copertina del video: 749. La Propaganda Buonista della

I contenuti dell'Episodio #749

In questo episodio speciale estivo di Ciao Internet, affrontiamo il tema della propaganda politica, esaminando la cosiddetta "bestia" non solo dalla prospettiva della macchina salviniana, ma anche attraverso il prisma del Partito Democratico. Esploriamo come entrambi gli schieramenti utilizzino strategie di comunicazione simili, seppur con intenti differenti, e riflettiamo sulle implicazioni di queste tattiche emotive nella società moderna.
Ciao Internet! Benvenuti al secondo speciale dell'estate, che registro ancora dal mio studio prima di partire. Oggi torniamo su un tema che mi sta particolarmente a cuore: la "bestia" della propaganda, ma da una prospettiva un po' diversa. Non si parla più solo della macchina salviniana, ma anche di una "bestia buonista" del PD. La discussione parte da un articolo di Selvaggia Lucarelli che ha portato alla ribalta il modo in cui il Partito Democratico utilizza i social media per diffondere messaggi emotivi e anti-salviniani.

Il fenomeno è simile a quello che ho già descritto parlando della teoria di Pan: persone, profigazione, azione, ambasciatori e notizie. Salvini ha profilato le persone per cavalcare le notizie che polarizzano, rispondendo a bisogni che si collegano a rabbia e odio. Ma ora il PD applica tecniche simili, diffondendo contenuti emotivi e positivi, che Lucarelli definisce "pucciosi". Un esempio è l’uso di immagini e storie ripetitive come quella del giovane laureato Massimo Stella o del migrante Musa Iuara.

Questa strategia di comunicazione si basa su meccanismi cognitivi simili a quelli usati dalla destra, lavorando sul sistema limbico del cervello, responsabile della gestione delle emozioni. Lo storytelling emotivo, che sia per amore o per odio, funziona perché va a toccare corde profonde e istintive, rendendo i messaggi memorabili.

La narrazione positiva, però, può diventare tossica se esaspera l’emotività. Un esempio è il concetto di "supercripple", descritto da Sofia Righetti, che critica la glorificazione eccessiva delle persone con disabilità come eroi straordinari. Questo tipo di narrazione, sebbene con buone intenzioni, può creare pressioni indebite e aspettative irrealistiche.

Alla base di tutto c'è un problema di polarizzazione. Usare gli stessi mezzi di Salvini per scopi diversi non annulla il fatto che si perpetuano divisioni profonde. La comunicazione basata su forti emozioni rischia di alzare muri piuttosto che costruire ponti tra le diverse fazioni. La difficoltà sta nel trovare una narrazione che unisca invece di dividere, qualcosa che forse richiederà generazioni per realizzarsi.

Quindi, qual è la soluzione? Forse è necessario sviluppare nuove strategie di comunicazione che promuovano un dialogo più razionale e meno emotivo. Ma mentre cerchiamo una terza via, dobbiamo fare i conti con il fatto che la propaganda resta l’arma principale di entrambi gli schieramenti.

Spero che questo episodio vi abbia offerto spunti di riflessione su come la rete ci cambia e su come possiamo immaginare un futuro più coeso. Grazie per avermi seguito anche oggi, e come sempre, restate parati!