LAUREATI ANALFABETI: Il 17% dei laureati italiani NON capisce un testo

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In Italia, un laureato su sei è considerato un analfabeta funzionale secondo un rapporto dell'Ocse. Questo dato allarmante evidenzia come il sistema educativo italiano produca titoli di studio senza garantire competenze di base, influenzando negativamente la democrazia, l'innovazione e l'economia del paese. La questione richiede un ripensamento radicale del sistema educativo per promuovere competenze critiche e comprensione profonda.
L'analisi del rapporto Ocse-Education at Balance 2025 rivela un quadro preoccupante: il 17% dei laureati italiani possiede competenze di literacy estremamente basse, incapaci di comprendere testi complessi. Questo dato è superiore alla media Ocse del 13%, segnalando una significativa lacuna nel sistema educativo italiano. La situazione è ancora più critica tra coloro che non hanno un diploma, con il 58% in condizioni simili.

Il sistema educativo italiano sembra produrre laureati senza fornire loro le competenze necessarie per comprendere testi complessi, un problema che si riflette anche sul mercato del lavoro. Il premio salariale per i laureati in Italia è significativamente inferiore rispetto alla media Ocse, indicando un ritorno sull'investimento educativo deludente. Questo è in parte dovuto a un sistema cronicamente sottofinanziato, con un corpo docente invecchiato e una mancanza di riforme strutturali.

La questione non riguarda solo la capacità di leggere, ma anche la comprensione del perché si studia. L'istruzione è diventata un percorso per ottenere un titolo piuttosto che acquisire competenze reali. Questo è particolarmente problematico nell'era dell'intelligenza artificiale, dove le competenze critiche e la comprensione profonda sono essenziali. Si è creata una frattura sociale basata sulle competenze, con una parte della popolazione incapace di utilizzare le informazioni in modo critico.

Il sistema educativo, originariamente progettato per ridurre le disuguaglianze, ora sembra cristallizzarle, offrendo titoli senza sostanza a chi non ha un solido capitale culturale di partenza. Questa situazione limita le ambizioni di leadership tecnologica e innovativa del paese, trasformando l'Italia in un consumatore passivo di tecnologia piuttosto che in un creatore.

Il basso ritorno economico di una laurea mina il patto sociale che promette un futuro migliore attraverso lo studio, alimentando sfiducia e rabbia sociale. Questo terreno fertile per populismi e narrazioni semplificate è una minaccia per la democrazia stessa. La vulnerabilità democratica è forse l'aspetto più preoccupante, poiché la comprensione critica è fondamentale per una cittadinanza consapevole.

Per affrontare questa crisi, è necessario ripensare radicalmente cosa chiedere all'istruzione: non solo nozioni, ma metodi e competenze reali. Questo è un compito che coinvolge la politica, le aziende e i cittadini, richiedendo un ritorno al valore della cultura e della competenza. Solo così possiamo garantire una società capace di comprendere e affrontare le complessità del mondo moderno.